MARINCOLA Giorgio

nasce il 23 settembre 1923 a Mahaddei Uen (Somalia Italiana) (Wikipedia). Partigiano combattente.

Nato in Somalia da padre italiano e da madre indigena, era studente a Roma, nella Facoltà di medicina e chirurgia, alla dichiarazione dell’armistizio. Iscrittosi nell’organizzazione clandestina del Partito d’azione, partecipò alla difesa di Roma, facendo parte, dopo la resa della città, delle prime formazioni partigiane operanti nella zona di Viterbo. Liberata Roma nel giugno 1944, chiese ed ottenne dal Comando alleato della Special Force di essere paracadutato nell’Italia Settentrionale. Col nome di battaglia Giorgio e col grado di tenente dell’esercito inglese, operò nel Biellese, dirigendo azioni di sabotaggio e attacchi contro treni, presidi ed automezzi nemici e riportando una ferita in combattimento. Catturato il 15 gennaio 1945 nei pressi di Salussola, fu poi tradotto nel campo di concentramento di Bolzano e venne liberato dagli alleati al crollo tedesco. Ma invece di porsi in salvo, si recò con altro partigiano nei pressi di Cavalese e dal 26 aprile al 4 maggio 1945 continuò a combattere. Cadde in uno scontro con un reparto di SS. germaniche che non volle arrendersi. Nel gennaio 1946 gli fu conferita dall’Università di Roma la laurea ad honorem in medicina e chirurgia alla memoria.

Giovane studente universitario, subito dopo l’armistizio partecipava alla lotta di liberazione, molto distinguendosi nelle formazioni clandestine romane per decisione, per capacità, per ardimento. Dopo la liberazione della Capitale, desideroso di continuare la lotta, entrava a far parte di una missione militare e nell’agosto 1944 veniva paracadutato nel Biellese. Rendeva preziosi servizi nel campo organizzativo e in quello informativo ed in numerosi scontri a fuoco dimostrava ferma decisione e leggendario coraggio, riportando ferite. Caduto in mani nemiche e costretto a parlare per propaganda alla radio, per quanto dovesse aspettarsi rappresaglie estreme, con fermo cuore coglieva occasione per esaltare la fedeltà al legittimo governo. Dopo dura prigionia, liberato da una missione alleata, rifiutava porsi in salvo attraverso la Svizzera e preferiva impugnare ancora le armi insieme ai partigiani trentini. Cadeva da prode in uno scontro con le SS. germaniche quando la lotta per la libertà era ormai vittoriosamente conclusa. Castel di Fiemme (Trento), 4 maggio 1945.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 712.