MASTRANGELO Mario

mastrangelo-mario132nasce il 10 gennaio 1900 a La Spezia (https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Mastrangelo). Capitano di fregata s.p.e. (servizio permanente effettivo).

Uscito guardiamarina dall’Accademia Navale di Livorno nel 1917 e promosso sottotenente di vascello nell’anno successivo, partecipò alla prima guerra mondiale imbarcato prima su navi siluranti e poi assegnato ad una compagnia da sbarco del battaglione Marina. Tenente di vascello nel 1921, fu ininterrottamente imbarcato, come ufficiale in seconda e come comandante, su siluranti e motovedette fino al 1930 allorché fu chiamato al Comando della Difesa marittima di La Spezia come aiutante maggiore in 1^. Dall’agosto 1931, con la promozione a capitano di corvetta prestò servizio al Comando Marina di Pola. Capitano di fregata nel 1936, dopo un periodo di imbarco, fu assegnato alla Difesa marittima di Pola, al Comando superiore del C.R.E.M. (Corpo Reale Equipaggi Marittimi) ed infine, dal marzo 1938 all’ottobre 1940, a La Maddalena come sottocapo di S.M. (Stato Maggiore) e capo zona sommergibili durante la guerra. Nel gennaio 1941 fu trasferito in Albania e al comando di M.A.S. (Motoscafo Armato Silurante) e di motovedette, esegui numerose, importanti missioni in acque nemiche. Alla dichiarazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943, era comandante dei reparti e dei mezzi di difesa di Marina a Cefalonia.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia di Bronzo) (Basso Adriatico, aprile 1941); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) sul campo (Argostoli, Corinto, aprile 1941).

Comandante di Marina a Cefalonia all’atto dell’armistizio, eseguiva con decisione e senza esitazione alcuna gli ordini relativi allo sgombero del naviglio. Intuita tra i primi la possibilità e la utilità di una pronta azione contro i tedeschi, ne fu strenuo assertore presso il Comando dell’isola. In un ambiente quanto mai eccitato per la divisione degli animi manteneva salda la disciplina tra i reparti di Marina a lui affidati e, presa l’iniziativa di reagire con le proprie batterie, quantunque in minorate condizioni fisiche, manteneva il comando, dando prova di attaccamento al dovere ed elevato spirito aggressivo durante lunghi ed accaniti combattimenti. Catturato veniva barbaramente trucidato dal nemico che vedeva in lui uno dei promotori di quella disperata ed eroica resistenza. Faceva così olocausto della vita alla Patria tenendo alto l’onore delle armi e lasciando ai posteri fulgido esempio di alte virtù militari. Cefalonia, 8-22 settembre 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 319.