VILLORESI Renato

nasce a Roma il 13 febbraio 1917 (https://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Villoresi). Capitano in servizio permanente effettivo, 13° reggimento divisionale artiglieria Granatieri di Sardegna.

Figlio del valoroso colonnello Lorenzo, sei volte decorato e già comandante del 2° reggimento granatieri di Sardegna nella prima guerra mondiale, fu allievo del Collegio Militare di Roma. Ammesso all’Accademia di artiglieria e genio di Torino nel 1936 venne nominato sottotenente d’artiglieria ed al termine del corso di applicazione d’arma, fu destinato al 13° artiglieria divisionale col quale, nel giugno 1940, entrò in guerra sul fronte occidentale. Prese parte poi alle operazioni svoltesi nello scacchiere orientale e nei Balcani dove ebbe l’incarico del grado superiore e la promozione a capitano dal 1° gennaio 1942. Si trovava a Roma comandante della 6^ batteria del II gruppo del reggimento alla data dell’armistizio. Presa posizione al Ponte della Magliana e ferito in combattimento nel pomeriggio dl 9 settembre, fu ricoverato nell’ospedale militare del Celio. Lasciò il luogo di cura dopo quasi due mesi di degenza ancora claudicante. Entrato nell’organizzazione militare clandestina Fossi costituì in seno ad essa una cellula informativa e di controspionaggio. Fu arrestato il mattino del 18 marzo 1944. Era laureato in ingegneria nella Università di Roma.

Ferito dopo oltre dieci ore di lotta per la difesa di Roma, abbandonava l’ospedale benchè non guarito, per costituire una cellula informativa r di controspionaggio in seno ad un gruppo clandestino di informazioni militari – del quale fu uno dei maggiori esponenti – operante in territorio occupato dai tedeschi. Instancabile nell’opera altamente patriottica, sprezzante dei continui pericoli cui si esponeva, riusciva a rendere preziosi servizi e ad infondere nei collaboratori, con l’esempio trascinatore, salda fede nei destini della Patria. In piena attività, arrestato e tradotto nelle carceri di via Tasso, sopportava eroicamente inenarrabili sevizie per non svelare i segreti dell’organizzazione e stoicamente si attribuiva ogni responsabilità. Martire della incondizionata fede e dedizione al dovere veniva barbaramente trucidato alle Fosse Ardeatine. Da eroe, dava così all’Italia la sua nobile vita interamente dedicata ai più alti ideali. – Ponte della Magliana (Roma), 9 settembre 1943 – Fosse Ardeatine, 24 marzo 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 410.