PICA Armando
nasce nel 1904 a Torre del Greco (Napoli). Maggiore s.p.e. (servizio permanente effettivo), 3° raggruppamento artiglieria di C. A. (corpo d’Armata).
Volontario nella legione allievi carabinieri di Roma nel 1923, sei anni dopo, conseguito il diploma di ragioniere, era ammesso col grado di vice brigadiere all’Accademia di Modena dalla quale usciva sottotenente in s.p.e. d’artiglieria nel settembre 1931. Assegnato al 6° reggimento artiglieria pesante campagna dopo aver frequentato il corso integrativo alla Scuola di applicazione, fu promosso tenente nel 1933. Prestò servizio dal 1937, per circa due anni, nel 2° reggimento artiglieria celere e passava nel 1939 al 3° artiglieria di C.A. (Corpo d’Armata) con l’incarico del grado superiore che poi otteneva il 1° gennaio 1940. Trasformatosi il reggimento in 3° raggruppamento artiglieria di C.A. all’atto della mobilitazione per la seconda guerra mondiale, assumeva il comando del VII gruppo cannoni da 105/28 col quale partiva per l’Albania nel marzo 1941. Maggiore nel gennaio 1943, dopo avere partecipato alle operazioni sul fronte greco-albanese, si trovava alla dichiarazione dell’armistizio con la Divisione Acqui a Cefalonia.
Ufficiale superiore di spiccate virtù militari. Incaricato della difesa di un tratto di costa dell’isola di Cefalonia, mentre più accanita e violenta si svolgeva la battaglia, accortosi che nottetempo i tedeschi cercavano di effettuare uno sbarco per fare giungere rinforzi alle proprie truppe, apriva tempestivamente il fuoco delle sue batterie contro i mezzi da sbarco annientandoli in mare. Nell’immane lotta combattuta per più giorni consecutivi trasfondeva nei dipendenti la sua tenace volontà di resistenza fino all’estremo. Sopraffatto da forze preponderanti, costantemente appoggiate da violentissime azioni aeree, veniva catturato assieme ad alcuni ufficiali e soldati del suo comando. Intuito che il nemico aveva in animo di passare per le armi tutti i prigionieri si faceva avanti, con fierezza di soldato e di comandante, rivendicando a sé ogni responsabilità e chiedendo che a lui solo fosse riservata la fucilazione per risparmiare la vita ai propri dipendenti, unicamente colpevoli di avere obbedito ai suoi ordini. Il generoso tentativo era però stroncato da una raffica selvaggia che lo abbatteva in mezzo ai suoi uomini. Fulgido esempio di sublime consapevole fierezza di comandante e di piena dedizione al dovere. – Isola di Cefalonia (Grecia), 8 – 22 settembre 1943.
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 320.