QUIRCIO Giovanni

nasce il 16 aprile 1921 a Campobasso (https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Quircio). Caporal maggiore 87° reggimento Friuli.

Frequentò l’Istituto tecnico commerciale a Campobasso e fu chiamato alle armi nel genaio 1942, destinato al 3° reggomento genio per il V battaglione telegrafisti. Dopo aver frequentato nel marzo l’apposito corso presso il centroguastatori a Ronchi dei Legionari, venne assegnato lla 10^ compania guastatori del genio, dislocata all’Isola d’Elba e quindi trasferita a Viareggio alla fine del gennaio 1943. Dopola dichiarazione dell’armistizio, passate arditamente le linee, riparò in Abruzzo dove svolse intensa attività informativa nella lotta di liberazione. Fu poi volontario nel Corpo Polacco delle Nazioni Unite e dall’agosto 1944 fece parte del Corpo Italiano di Liberazione nel Gruppo di combattimento Friuli. Comandante di una squadra pionieri d’assalto, fu gravemente ferito in combattimento sul Senio. Divenuto cieco e mutilato di una gamba, dopo lunghi periodi di degenza in luoghi di cura venne collocato in congedo assoluto ed iscritto nel R.O. (Ruolo d’Onore) nel gennaio 1947. Nominato sottotenente di fanteria nel R.O. alla fine dello stesso anno, ebbe le successive promozioni a tenente, a capitano ed a maggiore. Muore a Roma il 21 aprile 2000 (https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Quircio).

E’ morto a Roma il 21 aprile 2000.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia d’Argento) (Abruzzo, 1943 – 44); sergente per m.g. (meriti di guerra)  (Torrente Senio, febbraio-aprile 1945).

Volontario nei Gruppi italiani di combattimento, dava continue prove di alto e cosciente ardimento. In azione notturna intesa ad eliminare una munita posizione presidiata da truppe scelte nemiche, conduceva i propri uomini con tale perizia e spregiudicato ardimento da costringere l’avversario a precipitosa ritirata. Nel corso di una successiva azione notturna di pattuglia, accertata la presenza di elementi nemici, si avvicinava loro aprendo ai compagni la via nel terreno minato. Nel disattivare una mina questa scoppiava accecandolo, asportandogli una gamba e coprendolo di ferite in tutto il corpo. Atrocemente mutilato e sanguinante, trovava ancora la forza d’animo e la energia per continuare a dirigere la propria pattuglia fino al completamento dell’azione affidatagli.- Fronte del Senio, 16 febbraio – 31 marzo 1945.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 649.