SACCHI Paolo Filippo

SACCHI PAOLO116di Eugenio Giuseppe e di Giuseppa Sormani, nacque l’8 maggio 1807 a Voghera e mori a Torino il 20 maggio 1884.
Da modesta famiglia del popolo ebbe i natali; del popolo ebbe tutti gli impulsi di generosità e di ardimento che in lui si rivelarono in un momento di grave congiuntura per la città di Torino.
Arruolatosi, ventenne, nel Corpo reale d’artiglieria dell’Esercito piemontese, come servente di 2^ classe, si riassoldò più volte conseguendo nel maggio 1849 la qualifica di furiere onorario nel 1° reggimento d’artiglieria operai.
Da quasi un ventennio egli si trovava come sorvegliante al Polverificio o Fabbrica di polveri degli Stati Sardi di Borgo del Pallone – Borgo Dora in Torino quando, verso mezzogiorno del 26 aprile 1852, due forti detonazioni, a breve intervallo l’una dall’altra, annunziarono alla città una grande sventura. La fabbrica delle polveri di Borgo Dora era in preda alle fiamme. Il fuoco, sprigionatosi per interna combustione della polvere nella botte del miscuglio da mine, si era propagato rapidamente ai due granitoi laterali contenenti ciascuno 5000 chilogrammi di polvere e, provocatane la esplosione, minacciava di raggiungere il magazzino principale ove erano depositati 400 quintali di polvere nera.
Il Sacchi prontamente accorso, con sangue freddo ammirevole unito alla intrepidezza ed alla decisione, si lanciò nel magazzino principale, nel quale l’incendio aveva ormai trovato alimento nel legname accatastato intorno. Accortosi che una coperta in fiamme era stata lanciata dalla Violenza dell’esplosione proprio nell’interno del magazzino, e che perciò poteva provocare l’esplosione della polvere, in un istante, con estrema audacia riuscì ad asportarla. Quindi, incurante delle ustioni riportate, dette mano alle pompe e continuò imperterrito a rovesciare getti d’acqua sulle fiamme con una azione tanto rischiosa quanto eroica fino a che, dopo due ore, l’incendio poté essere domato.
Le vittime ascesero a 24 morti ed il disastro avrebbe potuto essere più grave per l’intera città senza l’intervento eroico del Sacchi.
Il Governo sardo volle premiare il generoso comportamento ed il valore del modesto artigliere. Gli conferì con regio decreto 14 giugno di quell’anno il grado di sottotenente nell’Arma, con la facoltà di vestirne la divisa, e la medaglia d’oro al valore. Dice la motivazione: Trovandosi avvolto tra le rovine della scoppiata Regia Fabbrica di Polvere, anziché smarrirsi d’animo, con eroica risoluzione entrò nel magazzino principale, ne estrasse materie accese, per cui cotanto contribuì a salvare la capitale da maggiori sciagure.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.280.