CATTANEO Domenico

CATTANEO DOMENICO061di Battista e di Maria Vaira, nacque a Favria, borgata Antonio, di Torino il 18 agosto 1869 ed ivi decedette il 30 dicembre del 1938.
Arruolato di leva nel contingente della classe 1870 fu assegnato al 12° reggimento bersaglieri ove giunse il 19 novembre 1889; nell’anno seguente ebbe i galloni di caporale.
Modesto quanto valoroso, ligio al dovere per spontaneo e cosciente sentimento, nella circostanza del grave pericolo per lo scoppio della polveriera di Vigna Pia, incurante del personale danno che poteva derivargliene, dette prova di alto senso di disciplina, di civismo e di raro intuito risparmiando, per la rapidità e la chiarezza degli ordini, maggiori lutti alla popolazione della località vicina alla polveriera stessa di cui era preposto al servizio di guardia armata.
Investito dallo scoppio e gravemente ferito, rimase lungamente degente all’Ospedale Militare di Roma ove sopportò, con stoica fermezza, l’amputazione della gamba sinistra e fu esempio a tutti delle sue alte virtù di soldato e di cittadino.
Per il valoroso comportamento fu decorato di medaglia d’oro al v. m. con r. d. 31 maggio 1891 e la seguente motivazione: Capoposto della guardia alla polveriera Vigna Pia, avvertito dalla sentinella delle esplosioni nella medesima udite, fu il primo ad accorgersi del pericolo. Cosciente della propria responsabilità e con impareggiabile calma inviò subito parte dei suoi dipendenti ad avvertire gli abitanti dei casolari vicini, parte ad impedire il passaggio alla via maestra ed impartì ad altri ordini così razionali ed opportuni quali avrebbe potuto dare un provetto ufficiale. Seguì poi i suoi superiori ovunque era maggiore il pericolo. Ultimo a lasciare il corpo di guardia fu investito dallo scoppio, rimanendo travolto nelle macerie di una casa crollata riportando la frattura di una gamba di cui sopportò l’amputazione con stoica fermezza. – Roma, 23 aprile 1891.
Congedato a domanda il 29 ottobre 1891, ebbe l’incarico di custode alla reale armeria di Torino ove rimase fino al 1920, nel quale anno ottenne di essere dispensato dal servizio per gli esiti della ferita e si ritirò nella nativa borgata di S. Antonio di Favria riunendosi alla vecchia madre ed ai fratelli agricoltori.
Il bravo caporale come venne sempre chiamato dai compaesani, debilitato nel fisico, non lo fu, però, mai nel morale e con spirito elevatissimo, alternò le fatiche dei campi con le cure della pubblica amministrazione, quando, dalla fiducia degli elettori, venne più volte chiamato alle funzioni di consigliere comunale.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1871 al 1914,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1958,    p. 168.