CAMPOMIZZI Gino

nasce nel 1917 a Castel di Ieri (L’Aquila). Alpino, 9° reggimento alpini, battaglione L’Aquila.

Modesto agricoltore, chiamato alle armi nel maggio 1938 venne assegnato al battaglione L’Aquila del 9° reggimento alpini. Nell’aprile del 1939 prese parte allo sbarco e all’occupazione dell’Albania. Trattenuto alle armi e mobilitato con l’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale partecipò dal 28 ottobre 1940 alle operazioni di guerra svoltesi sul fronte greco-albanese. Rimpatriato col reggimento nel maggio 1942, dopo soli due mesi, in agosto, partiva col reggimento per la Russia.

Porta ordini del comando di un battaglione alpini duramente impegnato, in condizioni climatiche e ambientali eccezionalmente avverse, eseguiva in più giorni di sanguinosi combattimenti, numerose importanti missioni, in terreno scoperto, intensamente battuto dal micidiale fuoco di armi automatiche, mortai e artiglierie nemiche. Si offriva dapprima mentre infuriava la battaglia, di recapitare un piego ad una compagnia rimasta accerchiata e senza collegamenti e riusciva a portare brillantemente a termine la rischiosa missione, con eccezionale astuzia e grande coraggio. In giornate successive benché stremato per le numerose missioni espletate nel corso di durissimi combattimenti, si offriva nuovamente per altra importante e rischiosissima impresa che riusciva ancora a portare a termine, apportando un decisivo contributo allo sviluppo dell’azione in corso e alla salvezza di reparti duramente impegnati. All’elogio del suo comandante di battaglione rispondeva: Tutti gli alpini sanno fare quello che faccio io. Il giorno successivo cadeva colpito a morte mentre ancora si prodigava generosamente nell’adempimento del suo pericoloso compito. Luminoso esempio di elevatissimo senso del dovere, e di eccezionale ardimento, di elette virtù militari. Fronte russo (Ivanowka), quota 204, 153, 205, 19-25 dicembre 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 148.