CENCETTI Guido

nasce nel 1913 a Roma. Tenente complemento, 38° reggimento fanteria.

Compiuti gli studi classici a Roma, si iscrisse nella facoltà di medicina e chirurgia a Napoli. Per il conflitto etiopico ottenne nell’ottobre 1935 di essere arruolato come semplice c.n. (camicia nera) nel VI battaglione mitraglieri CC.NN. (Camicie Nere) e due mesi dopo sbarcava a Mogadiscio. Rimpatriato nel luglio 1936 col grado di sottotenente di complemento di fanteria fu congedato nell’ottobre successivo. Un anno dopo veniva richiamato in servizio e partì per la Spagna nell’ottobre 1938 assegnato al battaglione mitraglieri Frecce Nere. Rientrato in Italia e ricollocato in congedo nel maggio 1939, alla dichiarazione di guerra, nel giugno 1940, ottenne di essere nuovamente richiamato. Assegnato prima all’81° fanteria in zona di guerra, fu nel novembre promosso tenente e trasferito a domanda al 1° reggimento paracadutisti. Desideroso però di ritornare in zona d’operazione, ottenne di passare nel giugno 1942 al 38° fanteria della Divisione Ravenna in partenza per la Russia. L’Università di Napoli gli concesse alla memoria la laurea ad honorem.

Magnifica figura di combattente, volontario di tre guerre, ardente di passione e di entusiasmo, audace ed energico comandante di plotone arditi, con la parola e con l’esempio esaltava l’ardire dei fanti, ne agguerriva lo spirito e col suo reparto, sempre primo fra i primi, affrontava ogni più alto compito. Occupata dal nemico una importante posizione, si offriva di riconquistarla col proprio plotone ed alla testa di esso – incurante di ogni pericolo – si slanciava con impeto ed ardore all’attacco. Ferito nel momento in cui per primo irrompeva sulla contesa trincea, rifiutava ogni soccorso e continuava, con la parola e l’esempio ad incitare e trascinare i propri uomini all’azione. Ferito una seconda volta e mortalmente, non desisteva dalla lotta fino al sopraggiungere della morte. In un ultimo anelito di vita, volgendo la fronte al nemico, indicava ai propri fanti l’ulteriore meta, e, per vedere l’avversario in fuga e la vittoria sorridere al suo plotone, non permetteva di essere allontanato dal campo di battaglia. Fulgida figura di intrepido, eroico soldato, nobile esempio di attaccamento al dovere , spinto al supremo sacrificio. Fronte russo Don, 11 dicembre 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 128.