FABIANI Riccardo

nasce nel 1905 a Roma. Capitano complemento, 8° reggimento genio, divisione Tridentina.

Laureato in scienze economiche e commerciali, valente amministratore ed organizzatore, assolse gli obblighi di leva dall’agosto 1925 al settembre 1926 presso il 3° reggimento genio telegrafisti. Nel 1937, dopo un breve corso speciale frequentato presso l’8° genio, ottenne la nomina a sottotenente. Richiamato alla dichiarazione di guerra nel giugno 1940, venne assegnato al II battaglione misto T. e R.T. (Terrestre e Ricognizione Terrestre) della Divisione alpina Tridentina e nominato aiutante maggiore. Dopo aver partecipato alle operazioni di guerra sul fronte occidentale, dal novembre dello stesso anno 1940 combatté col grado di tenente sul fronte greco-albanese, prima e in Balcania, poi fino al luglio 1941. Rimpatriato col reparto, esattamente un anno dopo, partiva per il fronte russo e veniva promosso capitano nel gennaio 1943.

Aiutante maggiore di un battaglione di genieri alpini, chiedeva insistentemente di assumere il comando di un plotone destinato a far parte della retroguardia della grande unità in una difficile e critica fase di ripiegamento attraverso la gelida steppa russa. Attaccato di sorpresa da elementi corazzati nemici appoggiati da preponderanti forze di fanteria, opponeva tenace ed eroica resistenza sul posto, permettendo così a numerosi elementi di svincolarsi dalla morsa d’acciaio che stava per chiudere il suo cerchio inesorabile. Colpito all’addome da una raffica di parabellum mentre aveva già iniziato lo sganciamento, conscio delle proprie condizioni, imponeva con ferma decisione ai due genieri che erano accorsi per soccorrerlo, di porsi in salvo attraverso la via già da lui indicata ai superstiti del proprio plotone. Ormai solo sul gelido tappeto nevoso della steppa sconfinata, senza più alcuna speranza di salvezza, restò con sublime stoicismo in attesa del nemico incalzante e su di esso con virile forza d’animo bruciava le ultime cartucce della sua arma prima di immolarsi per la grandezza della Patria. Luminoso esempio di dedizione completa al dovere fino al supremo sacrificio. Opyt (Fronte russo), 20 gennaio 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 183.