FERRARI Tranquillo

nasce a Alagna (Pavia) il 10 marzo 1920 (file:///C:/Users/Franco/Downloads/BG_BGA086133%20(2).pdf). Sottotenente complemento artiglieria, 82° reparto salmerie di Corpo d’Armata.

Iscritto al secondo anno di ingegneria nell’Ateneo Pavese, nel febbraio 1941 fu chiamato alle armi, assegnato al 5° reggimento artiglieria Superga. Nel marzo 1942, frequentò a Lucca la Scuola allievi ufficiali di complemento ed ottenne la nomina a sottotenente di complemento nel 2° reggimento artiglieria Messina. Nel maggio successivo, trasferito all’82° reparto salmerie di C.A. (Corpo d’Armata), partiva per la Russia dove fu aggregato all’80° fanteria Divisione Pasubio. Durante il ripiegamento dalle posizioni del Don in seguito alla seconda offensiva invernale sovietica, il 22 dicembre 1942 nella conca di Arbusow, detta Valle della Morte, alla testa di circa 500 uomini e appoggiato da carri tedeschi, ricacciò il nemico soverchiante di forze, strappandogli 4 mortai da 100 mm., numerose armi portatili e gran copia di munizioni. In sella ad un cavallo catturato, percorse a più riprese il campo di battaglia, intervenendo personalmente nei momenti più critici. Dopo la successiva strenua difesa del caposaldo di Cerkowo, ormai impossibilitato a muoversi per ferite e congelamento agli arti superiori ed inferiori, fu raccolto dall’equipaggio di un carro armato tedesco e portato all’ospedale da campo 827 a Bjelowsk e rimpatriato con treno ospedale il 31 gennaio 1943. Venne ricoverato nell’Ospedale militare di Firenze, poi al Centro mutilati Rizzoli, ed infine all’Ospedale Borromeo di Pavia, e, dopo avere subito dieci interventi chirurgici, fu collocato in congedo nel luglio 1945. Promosso tenente nel R.O. (Ruolo d’Onore) dal gennaio 1946 e capitano dal dicembre 1962. Morto ad Alagna (Pavia) il 15 marzo 2004.

Ufficiale di artiglieria di complemento comandante di un reparto salmerie di corpo d’armata addetto all’Ufficio affari civili di importante presidio, si offriva volontariamente di ristabilire il collegamento con un battaglione di fanteria accerchiato e di sostituire un collega caduto nel servizio di pattuglia O. C. (Osservazione e Collegamento). In due giorni di cruentissimi combattimenti esplicava il suo compito con sommo sprezzo del pericolo e con intelligente capacità e fervore. Ripiegato il reggimento su posizioni retrostanti coi reparti disorganizzati per un complesso di eventi sfavorevoli, assumeva d’iniziativa il comando di forti nuclei di soldati di armi diverse e ripetutamente assaliva con decisi contrattacchi l’imbaldanzito nemico che, sfondate le nostre linee sul Don, tentava precludere il ripiegamento dei nostri reparti. Raggiunta coi superstiti della colonna una località che venne poi denominata la Valle della Morte per le enormi perdite ivi subite, riusciva ad unire altri volontari che animati dal suo coraggio leonino compirono, in tre giorni di fieri combattimenti e in condizioni climatiche proibitive, gesta di cui ogni esercito potrebbe essere orgoglioso, catturando armi ed un cannone che egli, benché ferito, metteva subito in azione contro l’avversario. Ferito una seconda volta continuò a battersi con forza d’animo sovrumana non curandosi del progressivo congelamento alla mano destra ferita che sacrificava poi stoicamente alla Patria unitamente agli arti inferiori pure colpiti da gravissimo congelamento. Esempio mirabile di sovrumana fermezza e di indomito coraggio. Gedreide Swich (Don), 18-19 dicembre 1942Popowka, 20 dicembre 1942Arbusow, 22-23 dicembre 1942Cerkowo, 25 dicembre 1942 -17 gennaio 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 174.