GENTILE Luigi

nasce nel 1920 a Sammichele di Bari. Sottotenente complemento A.A. (Arma Aeronautica), pilota.

Già noto negli ambienti sportivi universitari, si arruolava volontario nell’Aeronautica poco più che diciottenne e frequentato il corso di pilotaggio per allievi ufficiali di complemento presso la Scuola di Pisa veniva promosso primo aviere nel luglio 1939. Il 26 ottobre successivo conseguiva il brevetto di pilota militare e con la stessa data era promosso sottotenente di complemento. Inviato prima alla Scuola di bombardamento di Aviano passava poi all’8° stormo di bombardamento presso l’Aeroporto di Villa Cidro. Mobilitato nel giugno 1940, partecipava alle operazioni belliche in Francia e nel Mediterraneo Occidentale. Trasferito nello scacchiere africano, nell’aprile 1941 svolgeva con la 19^ squadriglia una intensa attività per oltre un anno di guerra. Rimpatriato nel gennaio 1942 e passato effettivo per meriti di guerra, frequentava dal gennaio 1943 la Scuola di volo senza visibilità di Latina e dal marzo successivo la Scuola bombardamento della Malpensa conseguendo nel luglio dello stesso anno la promozione a tenente. Nel 1945 riprese servizio nello stormo trasporti conseguendo nel luglio 1947 la promozione a capitano. Dispensato a domanda dal s.p.e. (servizio permanente effettivo), nel giugno 1949, veniva assunto dall’Alitalia come pilota civile. Il 26 febbraio 1960 al comando di un apparecchio di linea DC-7 decedeva al largo di Shannon, in Irlanda, in un incidente di volo, assieme all’equipaggio ed ai passeggeri. .

Altre decorazioni: Cr.g. al V.M. (Croce di guerra Al Valore Militare) sul campo (Baleari, luglio 1940); sottotenente in s.p.e. per meriti di guerra) (1942).

Giovanissimo ufficiale pilota entusiasta e capace, dava più volte prova di coraggio e sprezzo del pericolo in numerose e rischiose azioni di guerra. Durante una missione di ricerca di camerati dispersi in mare, attaccato da soverchiante caccia avversaria, svolgeva le manovre per la difesa e reazione con sangue freddo e calma esemplari. Con tutti i membri dell’equipaggio gravemente feriti, e con il velivolo colpito e reso inservibile, era costretto all’ammaraggio in mare aperto, eseguendo la difficile manovra con precisione e prontezza e provvedendo con le sole sue forze a trasbordare sul battellino tutti i camerati che altrimenti, essendo essi immobilizzati per le gravi ferite, avrebbero seguito le sorti del velivolo repentinamente inabissatosi. Rimanendo per tre ore in acqua per permettere ai feriti di sistemarsi sul canotto nel modo migliore, iniziava la faticosa navigazione, per guadagnare la costa lontana, mai mancando di confortare i camerati doloranti con la parola e dando loro, con la serenità dello spirito, la certezza del salvamento. Con fraterna devozione assisteva il collega osservatore morente che trovava la forza estrema di additare ai compagni il sublime comportamento del giovane pilota. Per tutto il pomeriggio e la notte provvedeva da solo a dirigere il battello verso terra fino a che, dopo diciannove ore di navigazione, riusciva a sbarcare sulla riva i compagni feriti. Raccogliendo, in un supremo sforzo le proprie energie, compiva una lunga e faticosa marcia per raggiungere un comando alleato cui chiedeva i soccorsi. Infaticabile, rimaneva a fianco dei compagni fino al loro ricovero in ospedale, incurante di sé, preoccupato soltanto dei propri uomini attoniti per tanta forza d’animo. Cielo del Mediterraneo Orientale, 25 giugno 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 689.