MAZZONI don Giovanni

nasce a Chiassa Superiore (Arezzo) il 17 ottobre 1886 (https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Mazzoni_(presbitero)). Tenente cappellano, 3° reggimento bersaglieri.

La sua vita di cappellano militare ebbe inizio in Libia e continuò nell’Egeo, dove a Rodi si ebbe un encomio solenne. Congedatosi, fu missionario apostolico in Siria donde fece ritorno volontariamente in Patria per partecipare alla prima guerra mondiale. Arruolato nell’8^ compagnia sanità nel dicembre 1915, fu nominato cappellano militare e destinato al 226° reggimento fanteria della Brigata Arezzo di nuova formazione. Per il suo valoroso comportamento meritò la prima M.O. (Medaglia Oro) – la cui motivazione è riportata nel volume edito dal Gruppo Le Medaglie d’Oro al Valore Militare 1833 -1925 – rimanendo gravemente ferito in combattimento. Appena guarito, ritornò al fronte nel gennaio 1918 quale cappellano militare nel Reggimento Cavalleggeri di Treviso. Dopo il congedo, fu prima arciprete a Lussimpiccolo, nell’isola di Cherso, dal 1919 e poi, per molti anni, parroco di Loro Ciuffenna, della Diocesi di Arezzo. Durante la seconda guerra mondiale, iniziatesi le ostilità contro la Russia ottenne di essere  destinato come cappellano militare nel C.S.I.R. (Corpo Spedizione Italiano Russia). Assegnato per la sua età ad un ospedaletto da campo, il 578° della Divisione Torino, chiese appena giunto in linea, di essere trasferito ad un reparto operante e fu destinato al 3° reggimento bersaglieri. Sempre presente fra i suoi valorosi bersaglieri fu intrepido combattente, suscitatore di energie, fervido apostolo di fede e di patriottismo. Cadde durante la vittoriosa battaglia difensiva del Natale 1941, mentre per il suo ministero sacerdotale aveva seguito i bersaglieri della 6^ compagnia all’attacco di Petropawlowka, piccolo paese di minatori nel bacino minerario del Donetz.

Altre decorazioni: M.O. (Medaglia Oro) (Carso, 23 maggio – 5 giugno; Comarie, 30 agosto 1917); M.A. (Medaglia Argento) (M. Zebio, luglio 1916); M.B. (Medaglia Bronzo) (Monfalcone, novembre 1916); M.B. (Altopiano Carsico, maggio 1917).

Medaglia d’Oro per la guerra 1915 – 18, dopo avere fieramente chiesto ed ottenuto l’assegnazione ad una unità di prima linea impegnata in aspra lotta, dava continua e chiara testimonianza del suo fervore di apostolo e della sua tempra di soldato, fuse nella esplicazione più nobile delle attribuzioni sacerdotali e nell’ascendente del più schietto ardimento e di ineguagliabile abnegazione. In giornate di cruenti combattimenti divideva, con raro spirito di sacrificio, gli eroismi di un reggimento bersaglieri, portando a tutti, pur tra i maggiori pericoli, le parole infiammate della fede e la voce trascinante del suo coraggio. In una alterna vicenda dell’accanita lotta, accortosi che un ferito, rimasto isolato, invocava aiuto, e nonostante che altri tentativi fossero rimasti soffocati nel sangue, con ammirevole temerità e consapevolezza, si lanciava per soccorrere il dipendente, nè desisteva dal suo nobile intento pur quando il piombo lo colpiva ad un fianco. Ferito di nuovo e mortalmente, alle estreme risorse vitali affidava la sublimità mistica della sua intrepidezza, raggiungendo l’agonizzante, e spirando al suo fianco. Esempio mirabile delle più elette virtù, e di sublime coscienza dell’ideale patrio. Rassypnaia Petropawlotuka (Fronte russo), 1 -2 6 dicembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 778.