PEREGO Giuseppe
nasce il 27 settembre 1920 a Sondrio (https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Perego_(alpino). Tenente complemento, 5° reggimento alpini, battaglione Tirano.
Iscritto nell’Università L. Bocconi di Milano, fu chiamato alle armi nel settembre 1940 e dopo aver frequentata la Scuola allievi ufficiali della specialità alpini a Bassano venne nominato sottotenente nel marzo 1941, destinato al 5° reggimento alpini della Divisione Tridentina. Assegnato al battaglione Tirano e trattenuto in servizio, partì nel luglio 1942 per la Russia dove, al comando di un plotone della 46^ compagnia, si segnalò in numerose azioni di pattuglia sul fronte di Belogory. Dopo la sua morte, venne promosso tenente con decreto del 18 marzo 1943 e il 24 febbraio 1946 gli fu conferita la laurea ad honorem in economia e commercio dall’Università commerciale Bocconi.
Comandante di plotone di compagnia alpina, in cinque mesi di permanenza in linea sul fronte russo, si prodigava incessantemente con l’esempio infondendo nei gregari coraggio e spirito di aggressività. Nei vari combattimenti sostenuti sul medio Don, rifulse per eroismo al comando di ardite pattuglie in esplorazione oltre le linee. Dopo aver partecipato con eroico spirito di sacrificio a ben nove combattimenti durante l’epico ripiega mento sulla steppa russa, pur menomato fisicamente di grave congelamento e durissime fatiche, prendeva parte volontariamente all’azione di Arnautowo, si lanciava con ardore leonino al contrassalto di preponderanti forze nemiche, alla testa dei suoi alpini e riusciva a sventare una minaccia avversaria con arditi lanci di bombe a mano. Con rinnovato ardore, animando i propri alpini con la parola e con l’esempio, incurante del fuoco avversario, intenso e micidiale, si portava sul fianco destro nemico per impedire l’accerchiamento della colonna ed impegnava nuovamente lo avversario costringendolo a ripiegare. Nel proseguimento dell’azione, colpito all’addome da una raffica di mitragliatrice, rifiutava di farsi trasportare al posto di medicazione e con sforzo supremo, conscio dell’imminente fine, animava i suoi alpini con i gesti e la parola a proseguire nell’azione vittoriosa, chiudendo la sua giovane ed eroica esistenza tutta dedicata alla Patria, al grido di Viva l’Italia, Viva gli Alpini!. Esempio di purissimo eroismo, di abnegazione insuperabile e di assoluta dedizione alla Patria. – Medio Don – Belogory – Arnautowo – Nikitowka (Fronte russo), 9 settembre 1942-26 gennaio 1943.
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 208.