REGAZZO Giuseppe

nasce nel 1915 a Venezia. Tenente complemento, 9° reggimento bersaglieri.

Conseguito il diploma di ragioniere, si arruolava, in qualità di allievo ufficiale di complemento, presso la Scuola di Bassano nella specialità bersaglieri. Nominato sottotenente nell’8° reggimento bersaglieri dal 1° ottobre 1936, era collocato in congedo l’anno dopo. Iscrittosi nella Scuola Superiore di Economia e Commercio di Venezia, interruppe gli studi universitari nel 1939 allorché fu richiamato nel 9° bersaglieri mobilitato. Prese parte alla occupazione dell’Albania col XVIII battaglione,  e nel giugno successivo promosso tenente, fu trasferito al XXXIII battaglione motociclisti di cui venne nominato aiutante maggiore. Dall’11 giugno 1940 partecipò alle operazioni belliche sulla frontiera occidentale, poi il 29 agosto 1941 s’imbarcò a Napoli per l’A.S. (Africa Settentrionale). Raggiunta la Marmarica otteneva il comando di un plotone esploratori motociclisti. Nel 1942 gli fu conferita la laurea ad honorem in economia e commercio alla memoria.

Altre decorazioni: Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Piccolo S. Bernardo, giugno 1940).

Chiesto ed ottenuto di assumere il comando di un reparto nella imminenza di operazioni di guerra, si offriva volontariamente di stabilire il collegamento con un reparto, di cui non si aveva notizia e, per quanto fosse notte e violenta l’azione delle artiglierie avversarie, riusciva nel generoso intento. All’alba rientrato nelle nostre linee dopo aver assolto il difficile compito, mentre apprestava i lavori di difesa di un importante posizione assegnatagli, veniva fatto segno ad un attacco da parte di una forte colonna motocorazzata avversaria che muoveva velocemente, minacciando di travolgere e sommergere il nostro schieramento avvolgendolo di fianco. Incurante della sproporzione del numero e dei mezzi avversari, sprezzante del pericolo, allo scoperto, si prodigava nella difesa, dirigendo il preciso fuoco delle armi automatiche e sostituendosi ai capiarma tiratori per meglio colpire il nemico. Ferito in più parti del corpo da raffiche di mitragliatrice non desisteva dalla lotta animando, con il suo atteggiamento, una leonina efficace resistenza. Colpito a morte, al sergente che accorreva a sorreggerlo consegnava la pistola ed il binocolo per indicare che lo sostituiva nel comando ed ordinava siamo bersaglieri, resistete proprio mentre il nemico, dominato e battuto, ripiegava senza speranza di porre piede sul posto reso sacro dall’eroico luminoso sacrificio. Sidi Rezegh, 25-26 novembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 745.