REGGIANI Enrico

nasce nel 1909 a Milano. Tenente complemento, reggimento artiglieria a cavallo.

Studente nel Politecnico di Milano, venne ammesso nel luglio 1931 alla Scuola allievi ufficiali di complemento di Lucca e nel dicembre dell’anno successivo fu promosso sottotenente di artiglieria destinato al reggimento artiglieria a cavallo. Congedato nel 1933 e conseguita la laurea in ingegneria, ottenne impiego presso la Società Italiana Spiriti di Roma dove prestò la sua opera fino al 20 dicembre 1940 allorquando fu richiamato alle armi. Rientrato al suo reggimento ed assegnato al III gruppo di batterie a cavallo del reggimento artiglieria celere (2°), partecipò, dall’11 aprile 1941, alle operazioni contro i guerriglieri nel territorio jugoslavo occupato, da Susak alla Bosnia. Rimpatriato col gruppo il 15 luglio 1941 e ricostituito il reggimento a cavallo partiva subito dopo col reparto per il fronte russo dove con la 3^ Divisione celere, prese parte fin dall’inizio alla nuova campagna. Pochi giorni prima della sua morte era stato promosso tenente con anzianità 21 giugno 1941.

Comandante di una pattuglia di osservazione e collegamenti, in due giornate di aspri combattimenti, nei posti più avanzati, svolgeva impavido la sua missione. Nella fase più critica dell’azione, con fiere parole di entusiasmo e di fede, confermava al proprio superiore la volontà decisa di compiere qualche cosa di eroico, a costo di qualunque sacrificio. Nelle alterne vicende della battaglia ritornava sulle posizioni abbandonate e già occupate dal nemico, trasportando da solo nelle nostre linee un fante gravemente ferito. Il giorno seguente, nei reiterati attacchi di forze soverchianti avversarie, gareggiava nella resistenza coi fanti, riuscendo nell’infuriare della battaglia, a mantenere efficienti i collegamenti ed a catturare alcuni prigionieri ed un lanciabombe. A sera, mentre il nemico irrompeva nella posizione tanto tenacemente contesa, si lanciava avanti contro alcuni nuclei più minacciosi e tentava, in piedi e da solo, con un moschetto mitragliatore, di arrestarne l’impeto. Cadeva colpito a morte. Fulgido esempio di leggendario eroismo e di valore guerresco. – Quota 163,1 di Tscheboratewskj (Fronte russo), 20 21 agosto ) 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 68.