SERRANTI Alfredo

nasce il 25 maggio 1896 a Roma (https://it.wikipedia.org/wiki/Alfredo_Serranti). Maggiore s.p.e. CC. (servizio permanente effettivo Carabinieri), I gruppo carabinieri mobilitato in A.O. (Africa Orientale).

Diplomatosi in ragioneria nell’Istituto tecnico Leonardo da Vinci a Roma, si arruolò volontario nel 1915 nel 26° artiglieria da campagna col quale partecipò alla prima guerra mondiale durante la quale raggiunse il grado di tenenet di complemento. Trasferito a domanda nell’Arma dei CC. col proprio grado nel 1920, fu assegnato alla tenenza di Bologna e, successivamente, alla legione allievi di Roma, dove rimase fino al 1924. Destinato al R.C.T.C.  (Regio Corpo Truppe Coloniali) della Tripolitania, vi fu promosso capitano nel 1931. Rimpatriato, prestò servizio nel gruppo squadroni della legione di Roma e poi nella legione di Palermo fino al 1936 allorché partì per la Somalia. Assegnato prima alle bande autocarrate dei CC., con la promozione a maggiore nel 1938, fu trasferito alle Truppe Amara. Alla dichiarazione di guerra, nel giugno 1940, assumeva il comando del gruppo CC. di Gondar.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia Bronzo (M. Sabotino, 1916); M.B. (Montello, 1919); M.B. (Gunu-Gadu, 1936).

Nel corso di aspro e sanguinoso combattimento, instancabile nell’accorrere con pieno sprezzo del pericolo nei punti più minacciati, infondeva nei propri subordinati tenacia, saldezza, alto senso di abnegazione, indomito ardore combattivo. In successiva lotta serrata e cruenta contro preponderanti forze avversarie guidava carabinieri e zaptié al compimento di epiche gesta. Colpito una prima volta da arma da fuoco, rifiutava di farsi medicare per non lasciare il suo posto alla testa dei propri uomini che, attorno a lui, s’immolarano numerosi nella visione ideale della Patria e nell’adempimento del dovere. Travolto da una furibonda mischia all’arma bianca e trafitto da una tremenda baionettata, che gli squarciava l’addome, raccoglieva le languenti forze per lanciare al nemico l’ultima sfida e rivolgere, ai pochi superstiti, le ultime parole di incitamento alla più strenua resistenza. Fulgido esempio di eroismo che nobilita le tradizionali virtù ed il secolare valore dell’Arma. Culquaber (A.O.), 13-21 novembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 741.