SIGNORINI Paolo

nasce il 14 maggio 1896 a Casale Monferrato (Alessandria). Colonnello s.p.e. (servizio permanente effettivo), comandante 6° reggimento alpini.

Nominato sottotenente in s.p.e. nel maggio 1915, partecipò alla prima guerra mondiale col 4° reggimento alpini, riportando una grave ferita a Malga Caprara nell’ottobre. Lasciato il fronte col grado di capitano, prestò servizio dal luglio 1926 al 9° reggimento alpini nel quale assunse, con la promozione a maggiore nel 1934, il comando del battaglione L’Aquila. Tenente colonnello nel luglio 1939, l’anno dopo, in ottobre, partì per l’Albania dove dopo la dichiarazione di guerra, al comando di un gruppo di battaglione alpini – Gruppo alpini Signorini – si segnalò a Ponte Perati e nella fase decisiva delle operazioni contro la Grecia. Rimpatriato col grado di colonnello, assumeva il comando del 6° reggimento alpini della Divisione Tridentina e il 25 luglio 1942 partiva per il fronte russo. Appassionato sportivo della montagna, fu istruttore per l’addestramento individuale e di reparto, ottenendo anche un encomio dall’Ispettorato delle Truppe Alpine nel 1928.

Altre decorazioni: Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Monte Nero, luglio 1915); M.A. (Medaglia Argento) (Ponte Perati, novembre 1940); colonnello per m.g. (meriti di guerra) (aprile 1941).

Comandante di reggimento alpini da lui forgiato in validissimo strumento di guerra, aveva trasfuso nei suoi uomini il proprio indomito spirito guerriero. Durante sette mesi di cruente e vittoriose azioni sul fronte del Don, senza concedere mai sosta al proprio appassionato lavoro, superando difficoltà eccezionali di ambiente e clima, sempre presente fra i suoi alpini ove più grave era il rischio, stroncava i ripetuti ostinati ed irruenti attacchi del nemico infliggendogli gravissime perdite. In 15 giorni di durissimi estenuanti combattimenti, che portavano alla rottura dell’accerchiamento nemico, sempre in testa ai suoi ferrei battaglioni là dove la sua presenza era necessaria, contro un avversario reso baldanzoso da successi iniziali e di gran lunga più forte per uomini e mezzi corazzati, in undici successivi attacchi, incurante del pericolo, della fatica, delle privazioni, portava, trascinandoli con l’esempio animatore, i suoi alpini di vittoria in vittoria. Figura leggendaria di comandante cadeva riassumendo in se l’eroismo, la generosità dei suoi alpini, quando già l’ala della vittoria aveva lambito la bandiera gloriosa del suo reggimento. Fronte russo Medio Don, agosto 1942 – febbraio 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 227.