TORELLI Adriano

nasce il 20 gennaio 1887 a Castiglione del Lago (Perugia) (file:///C:/Users/Franco/Downloads/BG_BGA086133%20(7).pdf). Colonnello d’artiglieria, comandante la XXII Brigata coloniale.

Volontario allievo sergente nel 12° reggimento artiglieria da campagna nel 1904, alla vigilia della prima guerra mondiale ottenne la promozione a sottotenente in s.p.e. (servizio permanente effettivo).Destinato al reggimento da campagna, dopo essersi segnalato al Col di Lana e sull’Altipiano Carsico, rimpatriò nel 1920 dall’Albania col grado di capitano. Alla fine del 1925 fu trasferito nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) della Cirenaica dove nel 1928 ottenne la promozione a maggiore. Rimpatriato dopo sei anni di colonia e trasferito al 20 reggimento artiglieria c.a. (contraerea), nel 1935, ritornava in Libia nelle truppe coloniali della Tripolitania. Mobilitato per esigenze A.O. (Africa Orientale) e chiamato a far parte del II gruppo sahariano, partì per l’A.O. soltanto nel 1938, dopo la promozione a tenente colonnello e partecipò ai cicli operativi di grande polizia coloniale. Nel giugno 1940, alla dichiarazione di guerra, gli venne affidato il comando della XXII Brigata coloniale. Rimpatriato per malattia, fu collocato in congedo col grado di colonnello nel gennaio 1945. Promosso generale di Brigata nel gennaio 1951, decedeva a Bettona (Perugia), il 7 novembre 1954.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia Bronzo) (Alti piano Carsico, agosto 1917); M.B. (Cirenaica, luglio – settembre 1926); Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Marduma, Libia, gennaio 1928); M.B. (El Agheila, Cirenaica, ottobre 1928); M.A. (Medaglia Argento) (Cirenaica, gennaio – aprile 1929); cavaliere dell’O.M.S. (Ordine Militare Savoia) (Territorio di Cufra, agosto 1930 – gennaio 1931); M.A. sul campo (Etiopia, 2 aprile 1941); tenente per m.g. (meriti di guerra) (Col di Lana 1915); colonnello per m.g. (A.O.I. (Africa Orientale Italiana), 1938 – 1939).

Ufficiale superiore comandante di brigata con un lungo e brillante passato militare tutto dedicato alla Patria ed all’Esercito, incaricato dello sbloccamento di un battaglione in zona di alta montagna, ricca di insidie naturali, dominata da soverchianti ed agguerrite forze ribelli, conduceva a buon termine con rapidità e perizia eccezionali, la difficilissima operazione. In situazione critica, preveniva il nemico assumendo audacemente l’iniziativa tattica e durante una lunga serie di aspri combattimenti durati 14 ore, confermava ampiamente superiori doti di comandante e di combattente. Ferito ed abbattuto una prima ed una seconda volta da fucilate nemiche, si rialzava da solo respingendo energicamente gli accorsi. Abbattuto per la terza volta in meno di due ore da un’altra grave ferita, estenuato per la perdita di sangue, doveva infine accettare cure ed aiuti, continuando, anche durante la dolorosa medicazione, la sua azione di comando con perfetta calma. Medicato, dalla barella portata a spalla sotto il fuoco, continuava ancora a tenere il comando, guidando pacato e sereno i suoi ufficiali ed ascari, entusiasti per l’eroico contegno del capo nell’aspra lotta per oltre sette ore dopo l’ultima ferita, fino alla conclusione vittoriosa dei combattenti. In successivi sanguinosi fatti d’arme, riconsacrava le sue superbe doti. Ferito ancora una volta al petto da fucilata nemica, rimaneva al suo posto guidando i suoi valorosi ascari, da lui temprati alla religione del dovere e del sacrificio ed arsi da indomito ardore guerriero. Luminoso esempio dei più alti eroismi nelle più dure prove. Magnifica tempra di combattente, dotato delle più nobili virtù militari in terra d’Africa. Faguttà – Dangila-Gondar, marzo 1940 novembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 749.