ANCILLOTTO Giovanni

GIOVANNI ANCILLOTTO104di Giovanni e di Corinna Argentini, nacque a San Donà di Piave di Venezia il 15 novembre 1896 e morì a Caravaggio per incidente automobilistico il 18 ottobre 1924.
Studente nell’Istituto Tecnico di Torino, alla dichiarazione di guerra all’Austria lasciò gli studi, si arruolò volontario nel battaglione aviatori e fu ammesso al corso per allievo pilota nell’ottobre 1915. Conseguì il brevetto di pilota militare nel marzo 1916, ed assegnato alla 30^ squadriglia aeroplani ebbe, da caporale, un encomio solenne per l’esito di una ricognizione aerea sulla valle del Vippacco. Nominato aspirante ufficiale di complemento nell’Arma del Genio e destinato al battaglione aviatori, 114^ squadriglia, dal dicembre 1916, fu decorato della prima medaglia d’argento al valore per i combattimenti sostenuti nel cielo del Trentino e del medio Isonzo dal giugno 1916 al marzo 1917. Ammesso a frequentare un corso di istruzione al campo Scuola di Mirafiori, tornò al fronte nel giugno 1917 assegnato all’80^ squadriglia da caccia e fu decorato della seconda medaglia d’argento al valore per i combattimenti nel cielo del Carso e di Treviso dell’ottobre e novembre 1917, nei quali abbatté 4 apparecchi nemici. Promosso sottotenente ed assegnato alla 77^ squadriglia nel novembre, venuto a conoscenza che gli austriaci nei territori occupati del Veneto avevano raggiunto il suo paese natale e si servivano della sua villa come di osservatorio, non esitò a portarsi in volo su di essa e distruggerla con lancio di bombe. E quando nella piana della Sernaglia il nemico si servì di palloni frenati per osservare e dirigere il tiro delle artiglierie sulle nostre linee, con mirabile ardimento e rischio gravissimo, creò una nuova tecnica per assalirli ed abbatterli. Gli fu concessa la medaglia d’oro al v. m. con d. l. 3 marzo 1918. Dice la motivazione:

Pilota da caccia di ammirevole slancio, dal 30 novembre al 5 dicembre 1917, in una serie di attacchi audacissimi incendiava tre palloni nemici e ne costringeva altri a cessare dalle loro osservazioni. In una speciale circostanza, assaliva l’avversario con tale impeto da attraversare l’aerostato in fiamme, riportando sul proprio velivolo, gravemente danneggiato, lembi dell’involucro lacerato. Cielo del Piave, 30 novembre – 5 dicembre 1917.

Con sempre maggiore ardimento, studiò e perfezionò la tecnica dei combattimenti notturni e nella notte sul 24 luglio 1918, sorpresi due apparecchi germanici diretti su Treviso, li abbatté uno dopo l’altro, meritando la terza medaglia d’argento al valore. Nel settembre 1919 effettuò un volo da Roma a Varsavia, latore di un messaggio del governo italiano alla Polonia liberata. Congedato nel
1920 riprese gli studi; ma il giovanile entusiasmo per l’aviazione e lo spirito agonistico lo spinsero a nuovi e maggiori cimenti nei cieli dell’Africa e dell’ America Latina, sorvolando per primo le alte vette delle Ande peruviane e compiendo un ‘impresa così audace che diede lustro all’Aviazione italiana.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 222.