APROSIO Giovanni Antonio

APROSIO GIOVANNI ANTONIO003di Giuseppe e di Caterina Lavagnino, nacque il 19 marzo 1874 a Vallecrosia di Imperia e morì in combattimento a Col del Rosso il 28 gennaio 1918.
Uscito dalla Scuola Militare di Modena sottotenente nel 79° reggimento della brigata Roma nel febbraio 1895, un anno dopo fece parte del corpo di spedizione in Africa e partecipò alla battaglia di Adua. Dopo il rimpatrio, promosso tenente nel luglio 1898, passò al 1° reggimento granatieri di Sardegna e, trasferito con la promozione a capitano al 6° reggimento Aosta, fu in Libia dall’ottobre 1912 al settembre 1913. Rientrato in Italia, passò al 17° fanteria Acqui nel gennaio 1915 e, nel maggio successivo, alla dichiarazione di guerra all’Austria, con la qualifica di 1° capitano assunse il comando della 1^ compagnia. Varcato il confine, raggiunse San Pietro dell’Isonzo e l’occupò vincendo la resistenza nemica. Quindi schierato alle pendici del Carso partecipò ai combattimenti per la conquista delle posizioni fra Selz e Monte Sei Busi e fu decorato di una medaglia d’argento al valore per i fatti d’arme di Polazzo e Redipuglia dell’8 e del 9 giugno. Pochi giorni dopo, il 30 giugno, un’altra medaglia d’argento gli fu conferita per lo slancio col quale condusse i suoi uomini all’attacco delle trincee di Vermegliano e, sebbene ferito, non volle abbandonare il reparto. Ferito una seconda volta per scoppio di mina il 14 luglio, dové essere ricoverato in ospedale. Promosso maggiore alla fine del primo anno di guerra e tenente colonnello nel luglio 1917, fu per breve tempo al 18° reggimento fanteria; poi, nell’ottobre successivo, assunse il comando del 151° reggimento della brigata Sassari e con i valorosi fanti sardi compì nuove ardimentose gesta. Nel combattimento del 28 gennaio 1918, ricevuto l’ordine dal comando della brigata di muovere all’attacco, con magnifico irresistibile impeto si lanciò alla conquista di Col del Rosso e raggiunse le trincee nemiche nonostante la forte reazione avversaria. Ripreso il combattimento, dopo un ritorno in forze del nemico, con rinnovato impeto si scagliò alla testa dei suoi uomini contro di esso e lo volse in fuga. Il gesto eroico spinse i suoi fanti alla vittoria, ma il valoroso comandante, colpito in pieno petto da scheggia di granata, cadde sul campo. Alla sua memoria venne conferita, con d. l. del 16 agosto 1918, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Comandante di un reggimento, visto che il nemico con un potente contrattacco aveva rioccupato un importantissimo punto poco prima conquistato e poi perduto da un nostro battaglione, accorreva prontamente sul posto, riordinando le proprie truppe, le rianimava, e, incurante del violento tiro dell’artiglieria avversaria, postosi alla loro testa, con magnifico impeto, che decise irresistibilmente a trascinarle, metteva in precipitosa fuga l’avversario. Prode fra i prodi, cadeva colpito a morte, chiudendo gloriosamente una vita che era stata tutta un continuo fulgido esempio di valore. Col del Rosso, 28 gennaio 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 30.