BAFILE Andrea

BAFILE ANDREA007di Vincenzo e di Maddalena Tedeschini, nacque a Monticchio di Bagno dell’Aquila, il 7 ottobre 1878 e morì il 12 marzo 1918 per ferita riportata in servizio di esplorazione sul Basso Piave.
Compiuti gli studi nell’Istituto tecnico dell’Aquila, entrò il 1° novembre 1896 nell’Accademia Navale e ne uscì guardiamarina il 1° gennaio 1900. Promosso sottotenente di vascello nel 1902 e tenente di vascello nel 1907, dopo un lungo periodo d’imbarco su varie unità, nel 1911 fu comandato all’Arsenale di Venezia per l’armamento della nave Quarto, sulla quale prese imbarco. Il 23 aprile 1913, scoppiato a bordo un incendio nei depositi di combustibili, riuscì ad isolare la Santabarbara prodiera e per l’ardimento ed il coraggio dimostrati a rischio della vita, fu decorato di medaglia d’argento al valore. All’inizio della prima guerra mondiale, al comando della torpediniera Ardea, prese parte alle crociere per la difesa delle coste del basso Adriatico. Destinato, poi, al comando di un treno armato, nell’estate del 1917 tornò al comando dell’Ardea. Conseguito il brevetto di pilota militare, il 5 ottobre fu decorato di medaglia di bronzo al valore per aver organizzato e condotto a termine, con apparecchio terrestre da bombardamento, una incursione sulla base navale di Cattaro. Non ancora guarito da una grave lesione oculare riportata nell’azione, alla fine del 1917 ottenne il comando del battaglione Monfalcone del reggimento marina San Marco, che tanto contribuì alla difesa del basso Piave ed alla salvezza di Venezia. Assunto nel febbraio 1918 il comando del battaglione d’assalto Caorle, la sera dell’l l marzo con pochi marinai si spinse in una ardita ricognizione sulla sponda sinistra del Piave e cadde mortalmente ferito all’addome da pallottola di mitragliatrice. Alla sua memoria venne conferita la medaglia d’oro al v. m. con d. l. del 13 giugno 1918 e la seguente motivazione:

Comandante di un battaglione marinai, mentre preparavasi una operazione sull’estrema bassura del Piave, volle personalmente osare un’arrischiata ricognizione tra i canneti e i pantani della sponda sinistra perché, dallo strappato segreto delle difese nemiche, traesse maggiore sicurezza la sua gente. Tutto vide e frugò, e sventato l’allarme, già trovava riparo, quando notò la mancanza di uno dei suoi arditi. Rifece allora da solo la via perigliosa per ricercarlo e, scoperto poi dal nemico mentre ripassava il fiume, e fatto segno a vivo fuoco, veniva mortalmente ferito. Guadagnata la sponda destra in gravissime condizioni, conscio della fine imminente, con mirabile forza d’animo e completa lucidità di mente, riferiva anzitutto quanto aveva osservato nella sua ricognizione, e dirigendo ai suoi infiammate parole, atteggiato il volto a lieve sorriso che gli era abituale, si diceva lieto che il suo sacrificio non sarebbe stato vano. E passò sereno qual visse, fulgido esempio delle più elette virtù militari, coronando con gloriosa morte una vita intessuta di luminoso coraggio, di fredda, consapevole e fruttuosa audacia, del più puro eroismo. Basso Piave, 12 marzo 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 38.