BERARDI Francesco
di Vincenzo e di Augusta Rubin de Cervin, nacque a Dusino d’Asti il 10 settembre 1856 e morì l’8 luglio 1916 in ospedaletto da campo per ferita riportata in combattimento.
Figlio di ufficiale superiore, si arruolò volontario nel II battaglione d’istruzione in Asti e nel novembre 1875, passò al 57° reggimento fanteria. Due anni dopo, nel settembre 1877 fu ammesso alla Scuola Militare di Modena e nel 1879 ebbe le spalline di sottotenente.
Assegnato al 28° reggimento fanteria vi fu promosso tenente nel 1882. Capitano nell’aprile 1888 e trasferito al 78° reggimento, passò all’86° con la promozione a maggiore nel 1901.
Dopo avere comandato il deposito del 74° reggimento col grado di tenente colonnello dal 1906 al 1910, con la promozione a colonnello nel 1912, passò a comandare il suo antico reggimento, il 78° della brigata Toscana. Dal 10 novembre 1914 fu collocato in ausiliaria per età; ma pochi mesi dopo veniva richiamato in servizio e, prima come colonnello brigadiere e poi come maggior generale, assunse il comando della brigata Milano di nuova formazione con la quale entrò in guerra il 24 maggio 1915. Durante la seconda fase della nostra controffensiva sull’Altipiano di Asiago del giugno-luglio 1916, ebbe il compito di attaccare le posizioni nemiche a quota 1706 di Monte Zebio. La mattina del 6 luglio, superate di slancio le difese accessorie, penetrò nelle linee avversarie catturando i difensori con armi e materiali. Nel pomeriggio, ripetutamente contrattaccato dagli austriaci, li respinse con gravi perdite. In un momento di crisi dei reparti per il martellamento sempre più intenso delle artiglierie nemiche e logorati dalla continuità della lotta, conscio del grave pericolo cui si esponeva, non esitò a portarsi nella primissima linea riuscendo con la sua forza di volontà ad infondere coraggio ed energia per l’imminente combattimento alle sue truppe. Poco dopo, riuniti gli ufficiali superstiti, mentre dava le disposizioni opportune per attaccare e ripartiva i compiti ai reparti, veniva colpito gravemente dalle schegge di una granata nemica, scoppiatagli vicino. Trasportato al posto di medicazione, decedette due giorni dopo nell’ospedaletto da campo n. 53, col pensiero rivolto alla sua brigata ed alle sorti del combattimento. Con moto proprio sovrano del 23 agosto 1916, fu concessa alla memoria del valoroso generale la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Costante e mirabile esempio di ardimento e di senso del dovere, conduceva con impeto giovanile la sua brigata, superando con bellissimo slancio le difese accessorie e scacciando il nemico dalle sue trincee. Per resistere a violentissimi contrattacchi nemici, impavido sulla linea del fuoco, incoraggiando le sue truppe, cadeva colpito a morte da una granata nemica. – Monte Zebio, 6 luglio 1916.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 228.