BIGNAMI  Ugo

BIGNAMI UGO081di Emilio e di Enrichetta Marzorati, nacque a Milano il 4 agosto 1869 e morì a Roma l’8 dicembre 1949.
Proveniente dai Collegi Militari di Roma e Firenze entrò alla Scuola Militare di Modena e nel 1888 uscì sottotenente assegnato al 1° reggimento granatieri. Promosso capitano nel 2° reggimento granatieri prese parte, dal settembre 1912 al gennaio 1913, alla campagna libica. Alla dichiarazione di guerra all’Austria, partì il 24 maggio 1915 per il fronte, col grado di maggiore al comando del I battaglione e combattendo nel novembre, sul Sabotino, fu ferito e decorato di medaglia d’argento al v. m. Guarito e promosso tenente colonnello, tornò al suo I battaglione. Durante l’offensiva austriaca nel Trentino del maggio 1916, fu inviato sull’Altipiano di Asiago. Schierato dal 28 maggio  a sbarramento della Val Canaglia, fra quota 1152 e Cesuna, sostenne aspri combattimenti; il 3 giugno fu il protagonista dell’eroico episodio così tratteggiato nella motivazione della medaglia d’oro al v. m., conferitagli con r. d. 4 luglio 1920:

Comandante di un battaglione su di una posizione molto estesa e di vitale importanza, con singolare perizia e pur con scarsissimi mezzi seppe improvvisarne la difesa, e moltiplicando il valore delle proprie truppe col fascino del suo illuminato ed energico comando, per ben sette giorni consecutivi, superando straordinarie difficoltà di ogni specie, costituì il baluardo contro cui si infransero i ripetuti e sempre più violenti attacchi delle ognor crescenti forze nemiche. Gravemente minacciato su di un fianco dai progressi dell’avversario in un contiguo tratto della fronte, con le proprie già scarse forze, logorate ormai da sanguinose perdite, mantenne incrollabile la fede e la rinsaldò nei dipendenti, i quali, animati dal suo fulgido esempio, continuarono con indomito coraggio nell’impari ed accanita lotta. Vista infine la propria linea spezzata in tanti piccoli nuclei, accerchiati dai sopraggiunti rincalzi dell’attaccante, dopo un’ora di ansiosa e terribile, quanto vana, attesa di rinforzi, trovatosi circondato assieme ad un nucleo di superstiti, impugnò egli stesso un fucile, e, confermando ancora una volta l’insigne valore personale, già in altre circostanze dimostrato, abbatté successivamente un ufficiale e quattro soldati nemici, che lo premevano più da presso, tenacemente persistendo nellepica lotta fin quando, per evitare che l’ira dell’assalitore continuasse a sfogarsi anche sui nostri feriti e moribondi, fu costretto a cedere alla inesorabile evidenza dell’inutilità di ogni ulteriore sacrificio. – Treschè Cesuna quota 1152 (Asiago), 28 maggio 3 giugno 1916.

Rientrato dalla prigionia, con la promozione a colonnello nell’agosto 1919, comandò il 1° reggimento granatieri. Collocato in ausiliaria dal 1920, ebbe le successive promozioni a generale di brigata nel 1925 e di divisione nel 1938. Organizzò e fu per molti anni presidente del Museo storico dei granatieri.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 190.