BOCCHIERI Giovanni

BOCCHIERI GIOVANNI037di Salvatore e di Teresa Occhipinti, nacque a Ragusa Inferiore il 31 gennaio 1894 e morì in combattimento il 18 giugno 1918.
Conseguito il diploma di ragioniere nell’Istituto tecnico di Modica, si arruolò allievo ufficiale di complemento nel 92° reggimento fanteria il 31 dicembre 1912. Promosso sotto tenente nel febbraio 1914, prestò servizio di prima nomina nel 4° reggimento fanteria della brigata Piemonte. Trattenuto in servizio a domanda e passato in servizio effettivo nel maggio 1915, dopo la dichiarazione di guerra all’Austria varcò il confine e il 10 giugno raggiunse la zona di operazioni combattendo sul Freikofel, sul Pal Grande e sul Pal Piccolo, nelle trincee del M. Lemerle, a Capo Rovere e in Val d’Assa. Promosso tenente dallo aprile 1916 e capitano dall’aprile 1917, dopo aver frequentato a Brescia un corso di addestramento sulle mitragliatrici Fiat, ritornò al fronte nel novembre 1917 al comando della 1394^ compagnia mitragliatrici e, pei primi combattimenti sul Piave, a Fagarè, nello stesso mese di novembre, fu decorato di medaglia d’argento al valore. Il 15 giugno 1918, assegnato al 201° reggimento della brigata Sesia, partecipò alla battaglia del solstizio e sostenne l’attacco delle forze nemiche, riuscendo a bloccarle quando erano già giunte sotto i reticolati del caposaldo di Crosere. Quindi, lanciatosi, alla testa dei suoi mitraglieri più arditi, contro nuclei nemici,. li mise in fuga catturando alcuni prigionieri. A sera, ricevuto l’ordine di trasferirsi al caposaldo di Molino Nuovo, dove il nemico cercava di aprirsi la strada, contribuì col fuoco delle sue armi a sventarne il tentativo. Passato temporaneamente, il 17 giugno successivo, alle dipèndenze del 202° reggimento della stessa brigata, Sesia, in località Sernagiotto, con coraggio e sprezzo del pericolo, si oppose al violento attacco austriaco del mattino seguente col fuoco preciso delle sue mitragliatrici. Ripresa l’azione e minacciato di aggiramento seguitò a combattere, non esitando a portare un’arma sull’argine stesso del fiume per poter meglio colpire di infilata il nemico. Una pallottola lo colpì a morte, mentre combatteva con tanta inesorabile decisione. Dice la motivazione della medaglia d’oro al v. m. concessagli alla memoria, con d. l. del 21 marzo 1919:

Comandante di una compagnia mitragliatrici, dopo una tenace resistenza fatta con la propria compagnia, ricevuto l’ordine di spostarsi in una località ove il nemico aveva rotto la nostra linea, vi trascinava i suoi mitraglieri, e, presa posizione con le armi, respingeva l’avversario. Attaccato novellamente da forze superiori ed accerchiato perché nostri reparti laterali avevano ceduto, per un giorno intero, fulgido esempio di tenacia, resisteva strenuamente infiammando con atti di valore ed eroismo i suoi uomini. Serrato da presso, presa personalmente una mitragliatrice e postatala allo scoperto sull’argine, mitragliava a bruciapelo il nemico e lo ricacciava, finché, colpito al petto, cadde gloriosamente sull’arma. Breda di Piave, 15 18 giugno 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 92.