BOSSI Maurilio
di Adolfo e di Carolina Leoni, nacque a Saronno di Varese il 20 febbraio 1897 e morì in combattimento a Nervesa il 20 giugno 1918.
Conseguito il diploma di ragioniere presso l’Istituto tecnico C. Cattaneo di Milano, si iscrisse nella facoltà di scienze economiche e commerciali dell’Università Luigi Bocconi, la quale nel 1920 gli concesse la laurea ad honorem. Chiamato alle armi nel settembre 1916 ed arruolato nella 2^ compagnia automobilisti, frequentò in seguito un corso per allievi ufficiali di complemento presso la Scuola Militare di Modena e, nell’agosto 1917, ottenne la nomina ad aspirante nel 68° reggimento fanteria della brigata Palermo. Raggiunto il reggimento al fronte nel novembre successivo, ebbe, per qualche tempo, il comando degli arditi del I battaglione sul Grappa. Promosso sottotenente nel marzo 1918, durante l’offensiva austriaca sul Piave, dopo aver mirabilmente combattuto con la 3^ compagnia del I battaglione il 16 e 17 giugno 1918 a Giavera sul Montello, fu inviato col battaglione all’attacco di Nervesa, caduta in mano nemica. Nel pomeriggio del 19 giugno la battaglia si accese accanita: il battaglione, muovendo da Cà Breda si lanciò risolutamente in avanti, riuscendo, verso sera, ad attaccare il nemico nell’abitato di Nervesa, dove si combatté, durante tutta la notte, con singoli episodi di valore, fra i ruderi delle case del villaggio. Nella lotta insidiosa e piena di pericoli, il sottotenente Bossi, fra i suoi fanti della 3^ compagnia fu esempio di ardimento e di valore. All’alba del giorno successivo, durante un contrattacco austriaco, rimasto solo ufficiale fra i pochi superstiti della sua compagnia, si batté in un furioso corpo a corpo contro honved ungheresi e dopo aver rifiutato l’intimazione di resa, cadde mortalmente trafitto da numerosi colpi di pugnale. Il suo corpo non venne più ritrovato. In un libretto di memorie egli aveva scritto: Il dovere è un sentimento superiore, magnifico, terribile, vasto come il mare, sconfinato come il cielo, infinito come Iddio. La disciplina è sacrifizio e coraggio, il coraggio è virtù.
Alla memoria di questo giovanissimo ufficiale fu concessa, con r. d. del 2 giugno 1921, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Durante quattro giorni di aspro combattimento, dopo aver trascinato più volte all’attacco di Nervesa i suoi soldati con la nobiltà dell’esempio e con l’ardore del suo eroismo, essendo venuto meno per ferite il comandante della compagnia, rimasto solo ufficiale, di fronte al nemico che incalzava in forze soverchianti, raccoglieva i pochi superstiti e con essi si slanciava in un ultimo disperato assalto. Sopraffatto e circondato l’esiguo manipolo di prodi, rifiutava di arrendersi e si difendeva fino all’ultimo con la pistola in pugno, finché cadde da eroe, colpito dai pugnali nemici. Esempio di sublime sacrificio, immolò in tal modo i suoi vent’anni alla Patria. – Montello (Nervesa), 16 – 20 giugno 1918.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1918, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 116.