CAMOZZINI Giovanni Carlo

CAMOZZINI GIOVANNI CARLO047di Giovanni e di Maria Bonicelli, nacque a Verona il 9 giugno 1869 e morì in combattimento sul Monte San Michele del Carso il 28 ottobre 1915.
Allievo della Scuola Militare di Modena, fu nominato sottotenente nel novembre 1889 nel 62° reggimento fanteria. Promosso tenente nel 1893, a domanda, partì per l’Eritrea nel1894, e col II battaglione indigeni prese parte ai combattimenti di Coatit del 13 e 14 gennaio 1895, meritando una medaglia d’argento al v. m. Altra medaglia d’argento al v. m. gli fu conferita pei fatti d’arme di Gulusit e di Tucruf contro i dervisci nell’aprile 1896. Rimpatriato nel luglio successivo e promosso capitano nel 1905 fu per lunghi anni nel 2° reggimento fanteria. Passò poi all’88° reggimento della brigata Friuli e, alla dichiarazione di guerra all’Austria, il 24 maggio 1915, varcò il confine col 9° reggimento fanteria della brigata  Regina, portandosi verso il Basso Isonzo. Promosso maggiore nel giugno, ebbe il comando del III battaglione ed una terza medaglia d’argento al v. m. gli fu conferita per il valore e la perizia dimostrati nei combattimenti del luglio sulle pendici del M. San Michele. Nella terza battaglia dell’Isonzo, durante l’azione per la conquista del tratto di fronte fra cima 4 del S. Michele e l’abitato di S. Martino del Carso, il maggiore Camozzini, mentre si recava a prendere posizione col suo battaglione violentemente bersagliato dal fuoco delle artiglierie, ebbe l’ordine di portarsi di rincalzo agli altri battaglioni del reggimento trattenuti dal fuoco delle mitragliatrici nemiche annidate nell’abitato di S. Martino e nel Bosco Cappuccio. Con calma e sangue freddo mirabili, riuscì a mantenere salda la compagine delle truppe nella critica situazione del momento. Ripresa l’azione nel pomeriggio del 28 ottobre, con magnifico impeto trascinò il battaglione all’attacco e procedendo impavido sotto il fuoco, venne colpito al cuore da fucilata nemica.
Dice la motivazione della medaglia d’oro al v. m., concessagli alla memoria, con d. l. 1° ottobre 1916:

 Costante e fulgido esempio di coraggio a tutta prova, calmo e sereno sempre, anche nei momenti più critici, gagliarda tempra di soldato e distinto ufficiale superiore, seppe sempre infondere nei suoi dipendenti, la calma, la fiducia, l’ardire, segnalandosi in tutte le occasioni per il suo grande valore. Nella speciale circostanza in cui una granata nemica di grosso calibro colpiva in pieno la bandiera del reggimento e quattro militari che le erano da presso, con calma mirabile e sempre sotto l‘intenso fuoco nemico, date pronte disposizioni per ricuperarne i gloriosi avanzi, muoveva a rincalzo di altri reparti del reggimento, impegnati nell’azione, e, nonostante la critica situazione, teneva testa al nemico. Pochi giorni dopo, mentre col consueto ardire, trascinava il suo battaglione allattacco delle posizioni avversarie, cadeva eroicamente sul campo. – San Michele del Carso, 24 e 28 ottobre 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 120.