CARETTA Annibale

CARETTA ANNIBALE023di Michele e di Carolina Astuti, nacque ad Alessandria il 28 luglio 1877 e morì il 23 giugno 1918 per le ferite riportate in combattimento sul Montello.
Compiuti gli studi medi nel Ginnasio-Liceo Plana della città natale, si iscrisse nella facoltà di lettere nell’Università di Torino; ma, attratto dalla vita militare, alla chiamata della sua classe di leva, fu ammesso nell’ottobre 1897 alla Scuola Militare di Modena e nel settembre 1899 ottenne le spalline di sottotenente di cavalleria. Destinato al reggimento Cavalleggeri di Alessandria, fu promosso tenente nel 1902 e, dal 1904 al 1906, disimpegnò la carica di ufficiale di ordinanza del generale comandante il XII Corpo d’Armata. Con la promozione a capitano nel gennaio 1915, fu trasferito al reggimento Cavalleggeri di Vicenza col quale entrò in guerra nel maggio 1915. Comandante di uno squadrone appiedato, combatté per molti mesi nelle trincee di Monfalcone, sul basso Isonzo. Nell’aprile 1916 passò al reggimento Cavalleggeri di Monferrato e, dopo aver combattuto nella sesta battaglia dell’Isonzo per la liberazione di Gorizia, e successivamente nelle trincee del Carso, nell’ottobre 1917 chiese ed ottenne di passare nei bombardieri, la nuova specialità, giovane sorella dell’artiglieria. Assunto il comando del VII gruppo bombarde del 6° raggruppamento, il 15 giugno 1918, inizio dell’offensiva austriaca, si trovava sul Montello, alle dipendenze della 58^ divisione. La battaglia si accese subito accanitissima, sostenuta con violenza dal fuoco delle artiglierie nemiche ed ebbe in principio effetti rapidissimi sulle sconvolte prime linee del Montello. I bombardieri del VII gruppo, dalla posizione di S. Croce, come tutti gli artiglieri della 58^ divisione, scrissero col loro sangue, in quel giorno, una delle più belle pagine nella storia dell’artiglieria e non vennero meno all’ordine di morire sui pezzi anziché abbandonarli al nemico. Il capitano Caretta che tra il fumo delle esplosioni e le nubi dei gas che offuscavano l’orizzonte aveva intuito che il nemico si era avvicinato risalendo il lato opposto della dolina, affrontò da solo, eretto nella persona e con la pistola spianata, il nemico irrompente. Circondato, alla intimazione di resa rispose uccidendo l’austriaco più vicino e cadde al suolo con la gola squarciata da un colpo di pugnale. Alla memoria del valoroso ufficiale, promosso maggiore dopo la morte, venne conferita, con r. d. dell’ 11 maggio 1922, la medaglia d’oro al v. m. con questa motivazione:

Comandante di un gruppo di batterie di bombarde, votato a sicuro sacrificio, sorpreso dall’irruzione nemica consegnava al proprio attendente l’ultimo scritto, vergato con ferma mano, per trasmettere ai suoi superiori precise notizie della sua tragica situazione. Con la pistola in pugno, affrontava poscia, con suprema audacia, l’ira nemica, finché, sopraffatto dal numero, cadeva colpito a morte da pugnalata alla gola, immolando la nobile vita per l’onore del nome italiano. Montello, 15 giugno 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 66.