CARROCCIO Alessandro

ALESSANDRO CARROCCIO 011di Gabriele e di Ottavia Basteris, nacque a Torino il 30 gennaio 1886 e morì in combattimento sul Monte San Marco di Gorizia il 15 maggio 1917.
Dalla Scuola Militare di Modena uscì sottotenente nel 1907, assegnato al 50° reggimento fanteria. Promosso tenente nel 1910, fu in Tripolitania dal 1913 al 1914. Con la promozione a capitano nel marzo 1915 venne trasferito all’altro reggimento della brigata Parma, il 49°, col quale entrò in guerra nel maggio successivo, nella zona del Col di Lana. Organizzatore intelligente e sagace, nel novembre fu prescelto per l’inquadramento del 206° reggimento della brigata  Lambro, di nuova costituzione, col quale ritornò al fronte, sull’Altipiano di Asiago, nel maggio 1916. Ad Oslavia, il 6 agosto, si guadagnò la prima medaglia d’argento al valore, riportando due ferite nello stesso combattimento. L’ 11 agosto ebbe il comando del III battaglione e, pochi mesi dopo, nell’8battaglia dell’Isonzo, lo guidò arditamente all’assalto alla conquista della Casa due Pini sul San Marco, meritando una medaglia di bronzo al valore e la promozione a maggiore per merito di guerra. Assunto il comando di un settore nella zona collinosa ad oriente di Gorizia, la notte del 10 febbraio 1917 sostenne l’urto di un attacco in forze del nemico e con una audace manovra sventò un pericoloso tentativo di aggiramento. Per tale ardita operazione gli venne concessa una seconda medaglia d’argento al valore. Il 12 maggio 1917, iniziata l’offensiva intesa ad ampliare la nostra occupazione nel settore di Gorizia, gli venne assegnato il compito di espugnare il cosiddetto  Dosso del Palo, munita posizione nemica nel gruppo collinoso del San Marco. Studiata ed organizzata l’azione nei più minuti particolari e verificati personalmente i varchi prodotti nei reticolati nemici, all’alba del 14 maggio, alla testa della prima ondata, mosse all’assalto. Trascinati dal suo ardimento, per ben quattro volte i suoi fanti tornarono all’attacco, contrastati dal violento fuoco di sbarramento avversario, arrestandosi infine a breve distanza dalla linea nemica. Nel quinto assalto della posizione e, quando stava per raggiungerla, cadde colpito alla gola da una pallottola di fucile. Alla sua memoria fu concessa, con d. l. del 13 settembre 1917, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Splendida figura di soldato e di condottiero, con incrollabile attività preparava l’azione che era diventata il suo sogno più caro, e che più tardi dirigeva con singolare perizia e mirabile ardimento. Riconosciuti personalmente i varchi nel reticolato nemico, alla testa del proprio battaglione, fra l’infuriare del violento fuoco avversario, si slanciava per ben cinque volte all’assalto, fulgido esempio di valore, di sublime sprezzo del pericolo, sinché venne colpito a morte, chiudendo gloriosamente una vita tutta consacrata alla Patria. San Marco di Gorizia, l 4 15 maggio 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 38.