CASALI Alessandro

ALESSANDRO CASALI078di Vittorio e di Maria Dolores Marazzani, nacque a Piacenza il 5 ottobre 1894 e morì in combattimento sul Volkovniak il 26 ottobre 1917.
Appartenente a nobile e patriottica famiglia piacentina, compiuti gli studi liceali, si iscrisse nel Politecnico di Torino. Frequentava il secondo corso d’ingegneria allorché nel giugno 1915 venne chiamato alle armi per mobilitazione. Ammesso ad un corso per allievi ufficiali di complemento presso la Scuola Militare di Modena, venne nominato nel settembre successivo, sottotenente di fanteria. Destinato al 92° reggimento della brigata Basilicata, combatté su Cima Sief e sul Col di Lana ; quindi nel febbraio 1916 passò all’82° reggimento fanteria della brigata Torino, in linea sul Carso, dove assunse il comando di un reparto zappatori. Promosso tenente meritò un encomio solenne, il 29 ottobre, per l’energia e la rapidità con le quali provvide al rafforzamento di una posizione occupata di sorpresa sulle pendici di Monte Castello. Promosso capitano nell’ottobre 1917 nello stesso reggimento, assunse il comando della 3^ compagnia del I battaglione, schierato sul tratto di fronte tra il Vippacco ed il Volkovniak. Iniziata il 24 ottobre l’offensiva austro – tedesca nella zona di Plezzo, un poderoso attacco in forze investì il fronte carsico e si rivolse la sera del 26 successivo contro la trincea detta di Spazzapane alle pendici del Volkovniak, presidiato dal I battaglione dell’82° reggimento fanteria. L’accanita resistenza fu infranta, dopo breve ma sanguinoso combattimento, da forze nemiche numericamente superiori che occuparono la posizione, catturandone i difensori. Il capitano Casali, animatore della strenua difesa con i superstiti della sua compagnia, sfuggito alla cattura, benché ferito alla testa e ad un braccio, dopo sommaria medicazione, pienamente cosciente della gravità della situazione, si offrì di condurre i sopraggiunti rincalzi alla riconquista della posizione perduta. Quindi, al Cappellano del reggimento chiese con voce calma e risoluta che gli impartisse l’assoluzione e, postosi alla testa della colonna, si spinse arditamente in avanti. Colpito a morte da pallottola nemica, cadde eroicamente sul campo.
Al valoroso ufficiale che, col capo fasciato di bende e reggendo sul braccio ferito un carico di bombe, andò incontro al nemico ed alla morte sicura, fu conferita alla memoria, con d. l. del 16 agosto 1918, la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:

Accerchiata dal nemico e fatta in gran parte prigioniera la propria compagnia, rimase gravemente e ripetutamente ferito. Medicato alla meglio, postesi delle bombe sul braccio ferito sospeso al collo, serenamente disposto al sacrificio di sé, si metteva alla testa dei sopraggiunti rinforzi, e, fulgido esempio di valore, li guidava alla riconquista della trincea ove cadeva gloriosamente colpito in fronte. Volkovniak, 26 ottobre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 170.