CASSOLI Arturo

CASSOLI ARTURO037di Pietro e di Luigia Bertolini, nacque a Ferrara il 28 settembre 1856 e morì in combattimento a Bosco Cappuccio il 21 ottobre 1915.
Arruolatosi volontario nel 1875, tre anni dopo venne ammesso, col grado di sergente, alla Scuola Militare di Modena dalla quale uscì, nel 1880, sottotenente di fanteria. Promosso tenente nel 1883, fu assegnato all’88° reggimento e, sei anni dopo, promosso capitano, fu destinato al 24° fanteria. Con la promozione a  maggiore, nel 1903, assunse il comando di un battaglione del 94° reggimento. Nell’inverno del 1905 meritò un encomio solenne per l’opera di soccorso prestata alla popolazione della Calabria colpita dal terremoto. Promosso tenente colonnello nel 1909, comandò il deposito del 13° reggimento e, nel 1912, fu collocato in ausiliaria per età e promosso colonnello. Richiamato alla vigilia della guerra contro l’Austria e nominato presidente del Tribunale Militare di Catanzaro, non si rassegnò a svolgere un servizio territoriale, e chiese il comando di un reparto mobilitato. Chiamato a comandare il 142° reggimento fanteria della brigata Catanzaro, di nuova formazione, partì per il fronte nel maggio 1915. Nel luglio successivo entrò in linea sull’Isonzo, nel settore di Castelnuovo, ed in due mesi di aspri e sanguinosi combattimenti condusse il suo reggimento con successo alla conquista di varie trincee nemiche nelle formidabili posizioni avversarie sul costone di Castelnuovo e nella vallata di Bosco Cappuccio. L’ardimento, il valore esemplare e la tenace energia da lui dimostrati nel ciclo delle operazioni furono altamente apprezzati dal comandante la 19^ divisione che gli espresse ampi elogi e gli tributò un encomio. Nell’imminenza dell’offensiva autunnale predispose i piani di attacco alle forti posizioni nemiche di Bosco Cappuccio e, quando ebbe l’ordine di muovere all’attacco, il 21 ottobre, sdegnando di portarsi in un osservatorio lontano dalla prima linea da cui dirigere l’azione, scelse quello più esposto al pericolo per dare alle sue truppe l’impulso del suo coraggio. Ben presto preso di mira dall’artiglieria nemica, colpito a morte da una granata scoppiatagli vicino, cadde fra i suoi fanti che egli aveva sempre guidati con l’esempio e la parola ammirevoli.
Alla memoria del valoroso colonnello fu conferita, con d. l. del l0 giugno 1916, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Fulgido esempio di mirabile valore e perizia, seppe preparare ed impiegare il suo reggimento, esercitando sui sottoposti quell’ascendente, che li condusse alla conquista di importanti posizioni nemiche a Castelnuovo, e lasciando nell’animo dei suoi dipendenti prezioso retaggio di tenacia e di ardire, che non si infranse nei reiterati attacchi contro le formidabili posizioni di Bosco Cappuccio, all’inizio dei quali egli per dette eroicamente la vita. Carso, luglio -ottobre 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 100.