CASTELBARCO Giancarlo
di Alessandro e di Pasqua Vivaldi, nacque a Milano il 2 giugno 1884 e morì a Campoformido il 29 ottobre 1917 in seguito a ferite riportate in combattimento.
Nato da antica famiglia patrizia, compiuti i corsi di studio fu ammesso alla Scuola Militare di Modena nel 1903 e due anni dopo venne nominato sottotenente nel reggimento Cavalleggeri di Monferrato (13°). Promosso tenente nel 1908, fu negli anni successivi istruttore di equitazione alla Scuola Militare di Modena e, nell’agosto 1915, promosso capitano. Trasferito a domanda nel reggimento Cavalleggeri Roma (20°), che dopo la dichiarazione di guerra all’Austria operava, appiedato, nella zona di Monfalcone, ebbe il comando del 5° squadrone e combatté coi fanti nelle trincee del basso Isonzo. Nell’ottobre del 1917, per i drammatici avvenimenti che portarono al ripiegamento dell’Esercito al Piave, con lo squadrone inquadrato nella I brigata di cavalleria, fu inviato nella piana friulana per opporsi ai movimenti delle avanguardie austriache. Il 28 ottobre, ebbe l’ordine di occupare Pasian Schiavonesco e di tenerlo saldamente per trattenere il nemico e proteggere il ripiegamento delle truppe. Schieratosi a sbarramento dello stradone di Udine, alle ore 15 circa del 29 ottobre venne violentemente attaccato dalle avanguardie della 5^ divisione tedesca. Nel combattimento protrattosi per tutta la giornata fu l’anima di una resistenza eroica, conscio della gravità del compito affidatogli. Ferito alla gamba sinistra e poi, una seconda volta, più gravemente, all’addome, consapevole della sua prossima fine rivolse ancora ai suoi uomini parole d’incitamento alla resistenza.
Alla sua memoria fu conferita, con r. d. del 19 agosto 1921, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Comandante di uno squadrone appiedato a sbarramento di importantissima comunicazione ed a protezione di nostre colonne di fanterie e carreggi in ritirata, assolveva il difficile compito con slancio, ardimento e sprezzo del pericolo resistendo all‘urto. Ferito alla gamba sinistra e fattasi fare una sommaria medicazione, ritornava fra i suoi cavalleggeri animandoli alla resistenza con vibranti e nobili parole. Invitato dal suo comandante di reggimento a ritirarsi, rispondeva con fierezza che non avrebbe abbandonato il suo squadrone fino alla morte e restava impavido sulla linea del fuoco. Giunto l’ordine di ripiegare, mentre, montato per ultimo a cavallo, sfidava eretto colla persona l’irrompente nemico, veniva colpito all’addome. Prima di morire, dominando con coraggio spartano lo spasimo della gravissima ferita, dava con serenità, ad un graduato che l’assisteva, gli ordini necessari per la distruzione dei documenti riservati dello squadrone, perché non cadessero nelle mani del nemico. Magnifica figura di soldato, esempio sublime di devozione al dovere e di spirito di sacrificio. – Pasian Schiavonesco (Friuli), 29 ottobre 1917.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1917, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 174.