CATTALOCHINO Alceo

ALCEO CATTALOCHINO053di Giovanni Antonio e di Agnese Grazietta, nacque a Terni l’8 ottobre 1863 e morì il 27 agosto 1917 in un ospedaletto da campo in seguito a ferite riportate in combattimento.
Diciassettenne entrò alla Scuola Militare di Modena ottenendo nel 1882 la nomina a sottotenente nel 33° reggimento fanteria della brigata Livorno. Tenente dal 1885, con la promozione a capitano, conseguita nel 1895, passò nella specialità alpini, destinato prima al 3° reggimento, poi all’8° col grado di maggiore dal 1909, ed infine al 2° reggimento con la promozione a tenente colonnello, nel dicembre 1913. Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, promosso colonnello ai primi di giugno del 1915, assunse il comando del 149° reggimento fanteria della brigata Trapani di nuova formazione, col quale raggiunse Palmanova e, schierandosi sull’Isonzo, assunse la difesa del settore fra Monte Sei Busi e Vermegliano. Nel giugno 1916, assunto il comando del 157° reggimento fanteria Liguria durante l’offensiva austriaca nel Trentino, si distinse per ardimento ed abilità di comando nei combattimenti sostenuti su Monte Zovetto e sul Pasubio, nei quali inflisse al nemico gravi perdite. Passato dal 3 marzo 1917 a disposizione del Ministero, il successivo 16 luglio assunse il comando del 274° reggimento della brigata Belluno, appena costituito, col quale prese posizione sull’altipiano della Bainsizza. Chiamato ad assumere il comando di una brigata, rinunciò all’incarico per non abbandonare il reggimento nell’imminenza dell’azione. Il 26 agosto, alle ore 11, dopo breve ma intensa preparazione di artiglieria, mosse all’attacco del conteso villaggio di Mesnjak, fortemente apprestato a difesa dal nemico e lo conquistò palmo a palmo, dopo violenta lotta. Il giorno dopo, proseguendo nell’azione, con magnifico slancio respinse i ripetuti contrattacchi avversari e, nonostante le perdite di uomini sofferte, mantenne saldamente il possesso della posizione. Nell’ultimo decisivo assalto, gravemente ferito nel combattimento e trasportato in un ospedaletto chirurgico da campo, morì alcune ore dopo, dicendosi lieto di offrire la vita per la Patria, da lui tanto amata. Con d. l. del 13 giugno 1918, venne conferita alla sua memoria la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Destinato al comando di una brigata, chiedeva ed otteneva di rimanere al comando del reggimento per una imminente azione, e, con perizia ed entusiasmo, preparava le sue truppe all’attacco della posizione nemica, contro la quale per tre giorni si erano invano sferrati tre precedenti attacchi. Dirigeva poi i suoi reparti contro la posizione stessa, e, poiché le prime ondate battute dall’intenso fuoco avversario di artiglieria e mitragliatrici non riuscivano a progredire, accorreva con i rincalzi, e, pastosi alla testa delle truppe, le trascinava all’assalto, raggiungendo l’obiettivo. Mentre già gli arrideva la vittoria, cadde colpito a morte. Mesnjak, 27 agosto 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 122.