CECCHIN Giovanni

GIOVANNI CECCHIN032di Matteo e di Caterina Tulisso, nacque a Marostica di Vicenza il 16 ottobre 1894 e morì il 20 giugno 1917 nell’ospedaletto da campo n. 115 in seguito a ferita riportata in combattimento sull’Ortigara.
Diplomatosi ragioniere nell’Istituto tecnico di Padova, svolse la sua attività nella modesta azienda industriale paterna in Marostica. Chiamato alle armi alla fine del 1914 e frequentato un corso per allievi ufficiali presso il 7° reggimento alpini, fu nominato sottotenente di complemento nel luglio 1915 e destinato al 6° reggimento alpini. Raggiunto il reggimento in zona di operazioni ed assegnato al battaglione Sette Comuni, ottenne la prima medaglia d’argento al valore nell’azione svolta il 16 giugno 1916 a Monte Castelloni di San Marco, sull’Altipiano di Asiago. Pochi giorni dopo, il 26 giugno, a Cima Caldiera, gli fu conferita la seconda medaglia d’argento al valore per il mirabile e cosciente ardimento col quale condusse il suo plotone alla conquista della forte posizione nemica, sotto il violento fuoco avversario, in un terreno scoperto ed impervio. Ferito gravemente nel luglio successivo e ricoverato in ospedale, ancora convalescente ritornò al suo battaglione e, promosso tenente, ebbe il comando della 94^ compagnia. Il 10 giugno 1917, nella battaglia per la conquista del massiccio dell’Ortigara, si lanciò contro le posizioni austriache di quota 2105 con la sua compagnia in testa alla prima ondata e la condusse al combattimento con bravura e grande ardimento, tanto da meritare la proposta di promozione a capitano per merito di guerra. Ma il destino non volle che raccogliesse il meritato premio del suo valore. Nell’azione del giorno 19, mentre alla testa della sua compagnia dava ancora prove di coraggio e di sprezzo del pericolo, guidando i suoi uomini sulla contesa cima dell’Ortigara, venne ferito gravemente da scheggia di granata alla testa. Trasportato nell’ospedaletto da campo n. 115, si spense serenamente, dicendosi lieto del suo sacrificio per la Patria. Alla sua memoria venne conferita, con d. l. del 5 maggio 1918, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Di fronte al nemico dimostrò sempre sereno coraggio, cosciente spirito di abnegazione, fiducia in sé e nei propri uomini. Fulgido esempio di eroismo, guidò la propria compagnia all’assalto di forti posizioni nemiche, primo a slanciarsi fuori dei ripari. Con tenace volontà rinnovò ripetute volte gli attacchi, non mai fiaccato dal fuoco avversario, e riorganizzò poi la truppa, rianimandola per nuovi combattimenti. Nell’azione che portò alla conquista di una forte posizione, riconfermò ancora una volta le sue doti di valoroso ed abile condottiero. Ferito gravemente da una scheggia di granata nemica, manteneva fermo contegno, incurante del dolore che lo straziava, ma fiero dell’esito vittorioso conseguito nell’azione. Si spegneva tre giorni dopo, in seguito alla ferita riportata. Cima Ortigara, 10 19 giugno 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 80.