COZZI Roberto

COZZI ROBERTO055di Giovanni e di Francesca Mandressi, nacque a Milano il 23 febbraio 1893 e morì in combattimento a Monte Valbella il 29 giugno 1918.
Orfano di padre fin dalla tenera età, frequentò le classi elementari nell’orfanotrofio milanese dei Martinitt ed apprese l’arte dell’orefice. Uscito diciassettenne dall’Istituto, trovò lavoro in uno stabilimento industriale, non tralasciando con diligenza e costanza di frequentare i corsi delle scuole serali. Riformato nel 1913 per una lieve imperfezione fisica dal servizio di leva fu, ancora per qualche tempo, durante la guerra, esonerato da ogni obbligo militare anche per il suo impiego in uno stabilimento industriale ausiliario. Chiamato alle armi per mobilitazione e dichiarato abile nel gennaio 1918, fu assegnato al deposito del 78° reggimento fanteria; passò, poi, al 9° reggimento della brigata Regina che raggiunse in zona di operazioni agli sbarramenti di Val Brenta, prendendo poi parte alla battaglia del Piave. Per quanto la potente offensiva austriaca sugli Altipiani si fosse nel complesso infranta contro il valore e la resistenza italiana, tuttavia il nemico era riuscito nel primo balzo a por piede sulle posizioni di Costalunga, Col del Rosso e Monte Valbella. Furono perciò disposte alcune azioni offensive locali dirette sia alla riconquista di piccoli settori rimasti in mano al nemico sugli Altipiani e sul Grappa, sia a migliorare in qualche tratto del fronte la situazione tattica delle truppe. Il 29 giugno, il Monte Valbella venne raggiunto di slancio dai fanti della brigata Regina e nella brillante azione, che assicurò il possesso del monte, si distinse il fante Roberto Cozzi della 9^ compagnia, come protagonista di uno degli episodi più gloriosi di quel giorno: uscito dalla trincea sotto l’intenso fuoco dell’artiglieria avversaria, esempio a tutti di ardimento e di coraggio, alla testa del proprio plotone oltrepassò, attraverso i varchi, il primo ordine di reticolati; con un balzo improvviso si lanciò, poi, alle spalle di una mitragliatrice che da una buca mascherata recava col suo tiro d’infilata gravi danni alle fanterie avanzanti, e dopo averne uccisi i serventi, rivolse l’arma stessa contro gli austriaci. Colpito in pieno da pallottole di fucile cadde riverso sull’arma. Alla memoria dell’eroico fante venne concessa, con d. l. del 23 marzo 1919, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Non appena sferrato l’attacco, avanzò alla testa del proprio plotone, e, oltrepassato il primo ordine di reticolati, accortosi che da una buca mascherata con un telo da tenda una mitragliatrice nemica tirava sul fianco di un nostra colonna, aggirò l’arma avversaria, mediante il lancio di petardi ne uccise i serventi e si impossessò dell’arma stessa, rivolgendola tosto contro il nemico. Gravemente ferito, rimase al suo posto e poco dopo fu trovato bocconi sull’arma, colpito da una decina di proiettili. Fulgido esempio di eroismo ed alto sentimento del dovere. – Monte Valbella, 29 giugno 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 128.