CROSA Costantino

CROSA COSTANTINO036di Pietro e di Marianna Ceria, nacque a Biella il 12 febbraio 1889 e cadde in combattimento a Molino Vecchio di Saletto sul Piave il 18 giugno 1918.
Conseguita la licenza liceale nel Liceo C. Alberto di Novara ed iscritto nella facoltà di giurisprudenza dell’Ateneo Torinese, che gli conferì la laurea ad honorem , interruppe gli studi per frequentare un corso per allievi ufficiali di complemento presso il 58° reggimento fanteria. Nominato sottotenente nel gennaio 1913, fu assegnato al 49° reggimento per compiervi il servizio di prima nomina; congedato nel luglio successivo, riprese gli studi e collaborò nell’azienda commerciale paterna. Richiamato per mobilitazione nel 162° reggimento, alla dichiarazione di guerra all’Austria raggiunse il settore di Asiago tra campo Poselaro e Passo del Trughele, partecipando alle operazioni contro Mascai di Sotto-Costesin. Nel dicembre 1915, per l’avvenuta promozione a tenente, passò a formare i quadri del 201° reggimento e nel marzo 1916, promosso capitano, al comando della 10^ compagnia, raggiunse il fronte dell’Isonzo. Il 16 maggio, all’inizio dell’offensiva austriaca nel Trentino, contrastò l’avanzata nemica sull’altipiano di Tonezza e nella controffensiva del giugno raggiunse ed occupò M. Maio, catturando prigionieri. Nel settembre, inviato sul Carso, prese parte all’8^ battaglia dell’Isonzo nel settore Oppacchiasella – Castagnevizza. Dopo un breve ricovero in ospedale a S. Donà di Piave per malaria, ritornò in linea ancor convalescente e, durante il ripiegamento dell’ottobre 1917, dal Tagliamento raggiunse il Piave, in retroguardia, a protezione delle truppe defluenti dalla Piazza di Gorizia. Schierato sulla linea Villanova – Molino Nuovo – Casa Martini dal 15 giugno 1918, per la difesa del caposaldo di Molino Vecchio, compì prodigi di valore respingendo per tre giorni ogni attacco nemico. Nella strenua difesa, ricoperto di gloriose e mortali ferite si immolò sul campo fra i suoi fanti, nei quali aveva saputo trasfondere il suo coraggio ed il suo ardimento.
Alla sua memoria venne conferita, con d. l. del 23 marzo 1919, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Sotto il violento bombardamento nemico, con slancio mirabile, recavasi ad occupare un caposaldo di eccezionale importanza, col compito di difenderlo fino all’estremo. Ed il compito assolveva in modo impareggiabile, mantenendosi incrollabile per quattro giorni di accaniti combattimenti, e respingendo sempre il nemico soverchiante. Rimasto con pochi uomini e attaccato da ogni parte, trovava ancora tanta energia da ingaggiare un’impari lotta con bombe a mano coll’avversario irrompente e lo fiaccava definitivamente, ma consacrava la vittoria col cosciente sacrificio della propria vita. Fulgido esempio di eroismo, spirò dichiarandosi contento di avere, ancora una volta, reso fatto compiuto il motto: Di qui non si passa!. Molino Vecchio (Piave), 15 – 18 giugno 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 90.