DE CARLI Giuseppe

DE CARLI GIUSEPPE090di Achille e di Caterina Venier, nacque ad Azzano Decimo di Udine il 2 novembre 1897 e morì il 27 novembre 1960 a Pordenone.
Arruolato nell’8° reggimento bersaglieri nell’ottobre 1916 e promosso caporale nell’aprile dell’anno successivo, animato da alto spirito combattivo, chiese di essere messo a disposizione del Quartier Generale della 3^ Armata insieme col fratello Nicolò, tenente nello stesso reggimento, per compiere l’ardita impresa di portarsi nel territorio invaso dal nemico e svolgere attività informativa a favore dei comandi italiani. Trasportati da un idrovolante della Marina, pilotato dall’audace tenente di vascello Eugenio Casagrande, i due fratelli bersaglieri, travestiti da pescatori, scesero nelle paludi di Caorle nella notte del 29 luglio 1918 ed iniziarono così l’avventuroso cammino, fra disagi e pericoli d’ogni genere col solo conforto di avere vicina la madre, coraggiosa compagna dei loro rischi. Meno fortunato del fratello, Giuseppe Carli cadde in un tranello tesogli dalla insospettita gendarmeria austriaca ed arrestato il 13 ottobre venne tradotto a Pordenone e messo a confronto con la madre, per il riconoscimento. Questa, emulando l’eroismo della madre di Nazario Sauro, negò decisamente che l’arrestato fosse suo figlio, lasciando nascere dubbi nell’animo degli inquisitori. Tre giorni dopo, il 16 ottobre, poche ore prima dell’inizio del processo, il Carli, riuscito ad evadere in modo quasi miracoloso, raggiunse il fratello Nicolò. Continuarono temerariamente insieme la loro proficua missione, facendo pervenire ai comandi italiani preziose informazioni sull’ammassarsi delle truppe nemiche nella regione del Piave e rimasero nella zona fino al 1° novembre quando, con la battaglia di Vittorio Veneto, il loro Friuli venne liberato dalla oppressione straniera.
Al valoroso caporale venne concessa, con r. d. 13 novembre 1920, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Offertosi spontaneamente, insieme col proprio fratello, per farsi trasportare in aeroplano nel diletto Friuli invaso, a compiervi la delicatissima e pericolosa missione di informatore, con alacre intelligenza e invitto coraggio, affrontando le più drammatiche situazioni, riusciva a vincere ogni difficoltà ed ogni insidia, per raggiungere l’intento. Caduto nelle mani del nemico e sorvegliato da una guardia speciale, riusciva ad evadere, riprendendo con rinnovato fervore la sua missione. – Fronte del Piave – Territorio invaso, 29 luglio – 2 novembre 1918.

Rientrato al reggimento ad armistizio concluso, fu promosso sergente nel febbraio 1919 e sergente maggiore nel dicembre dello stesso anno. Fece parte della commissione incaricata di raccogliere dai cimiteri di guerra undici salme di militari ignoti fra le quali fu scelta poi quella del Milite Ignoto, che trasportata solennemente a Roma fu inumata sull’Altare della Patria. Congedatosi nel 1920, svolse attività di agente di assicurazione e fra le varie cariche amministrative ebbe anche quelle di commissario prefettizio del comune di Latisana e vice podestà di Pordenone.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 198.