DE CARLI Nicolò

DE CARLI NICOLO'089di Achille e di Caterina Venier, nacque ad Azzano Decimo di Udine il 19 maggio 1894 e morì il 1° dicembre 1937 a Torino.
Arruolatosi nel 3° reggimento bersaglieri nel gennaio 1915 come allievo sergente, nel settembre successivo passò all’8° reggimento bersaglieri mobilitato e lo raggiunse al fronte, sull’alto Cordevole. Combatté a Col di Lana, a Passo di Stria, nell’alto Boite, meritando una medaglia di bronzo al valore a Colbricon il 2 ottobre1916 per essere giunto primo sulla seconda cima, obiettivo dell’azione, dando esempio di valore ai suoi bersaglieri. Pochi giorni dopo ottenne la nomina ad aspirante ufficiale e nel corso del 1917 ebbe la promozione a tenente, sempre nello stesso reggimento. La invasione da parte del nemico della sua terra natale, dopo il ripiegamento al Piave, lo spinse ad offrire al Comando Supremo la sua opera, chiedendo di poter raggiungere i paesi del Friuli e trasmettere a mezzo di piccioni viaggiatori notizie sulle forze armate e i movimenti del nemico. Messo a disposizione dell’Ufficio Informazioni della 3^ Armata, unitamente al fratello Giuseppe, caporale nello stesso reggimento, dopo alcuni tentativi riusciti vani, nella notte del 29 luglio 1918 i due valorosi bersaglieri, trasportati da un idrovolante pilotato dal tenente di vascello Eugenio Casagrande, travestiti da pescatori, poterono scendere nelle paludi di Caorle. Ebbe così inizio l’avventuroso cammino durante il quale, superati disagi d’ogni genere e col pericolo continuo di essere catturati dalla gendarmeria austriaca che, avuto sentore della loro presenza nel territorio, li cercava accanitamente, poterono trasmettere ai comandi italiani numerose e preziose informazioni, servendosi dei più svariati mezzi di collegamento, dai piccioni viaggiatori ai segnali luminosi. Né Nicolò De Carli cessò dall’assolvere il pericoloso compito sia quando il fratello Giuseppe venne catturato dalla gendarmeria austriaca, sia dopo la di lui fuga dal carcere e fino al 1° novembre, con la battaglia di Vittorio Veneto. Al valoroso ufficiale, con r. d. 13 novembre 1920, venne concessa la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Offertosi spontaneamente, insieme col proprio fratello, per farsi trasportare in aeroplano nel diletto suo Friuli invaso, a compiervi la delicatissima missione di informatore, riusciva a compierla felicemente attraverso le più grandi difficoltà e le più terribili insidie, dando prova di sapiente spirito di organizzazione, di sublime abnegazione e di fulgido coraggio, sostenuto dalla fede incrollabile nella santità della nostra causa. – Fronte del Piave – Territorio invaso, 29 luglio – 2 novembre 1918.

 Ad armistizio concluso rientrò al suo reggimento e nell’ottobre 1919 fu collocato in congedo. Trasferitosi a Torino come gerente procuratore delle Assicurazioni Generali di Venezia, ebbe anche importanti incarichi nel campo della Previdenza e del Credito e fu anche deputato al Parlamento per due Legislature. Nel febbraio 1929 venne promosso capitano a scelta.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 196.