DI COCCO Alfredo

ALFREDO DI COCCO092di Silvino e di Emma Arluno, nacque a Popoli di Pescara il 1° giugno 1885 e morì in combattimento sul Monfenera il 18 novembre 1917.
Compiuti gli studi classici ad Ancona, entrò, nel dicembre 1904, all’Accademia Militare di Torino e nel settembre 1907 ottenne le spalline di sottotenente di artiglieria. Promosso tenente, nell’agosto 1910 venne destinato all’8° reggimento artiglieria da fortezza. Partecipò alla campagna di Libia dal novembre 1912 con la l’batteria da 75/A del 6° artiglieria da campagna, prendendo parte ai combattimenti di Derna e d’Ettangi, in Cirenaica. Rimpatriato dopo circa un anno e promosso capitano nel marzo 1915, fu trasferito al 5° reggimento artiglieria da costa e fortezza. Alla dichiarazione di guerra all’Austria, il 24 maggio successivo, comandava una batteria da costa nell’isola di Burano, nella laguna veneta, ma chiese di essere inviato in zona d’operazioni e raggiunse la Valsugana nell’aprile 1916 con la 140^ batteria d’assedio, da lui costituita. Dopo avere combattuto a Grigno, a Strigno e a Pieve Tesino, ottenne il comando della 26^ batteria del 3° reggimento artiglieria da montagna e combatté sull’Altipiano di Asiago, a Monte Zebio e a Monte Cimone. Comandò poi il II gruppo someggiato del reggimento, a Monte Forno, il 10 giugno 1917, durante la battaglia dell’Ortigara, fu decorato di medaglia di bronzo al valore. Assunto, infine, il comando del IX gruppo da montagna, due mesi dopo, durante l’azione svoltasi tra il 19 e il 21 agosto, fu decorato di altra medaglia di bronzo per i combattimenti sulle alture dei Sober, presso Gorizia. Dopo i tragici avvenimenti di Caporetto, avuto ordine di ripiegare, compì la perigliosa ritirata con forza d’animo eccezionale e condusse in salvo le sue batterie fino al Piave, prendèndo posizione sulle pendici settentrionali del Grappa. Per molti giorni, dalle postazioni più avanzate, tenne testa col fuoco dei suoi pezzi agli attacchi del nemico e il 18 novembre, cadde nell’ultima disperata difesa. Alla memoria del prode ufficiale fu concessa la medaglia d’oro al v. m. con r. d. del 19 ottobre 1921 con la seguente motivazione:

Comandante di un gruppo da montagna, in posizione avanzatissima, con le sue batterie già duramente provate da intenso fuoco tambureggiante, seppe, con rara e pronta perizia, con fuoco serrato, efficacissimo, decimare e disperdere dense masse di fanteria lanciate all’assalto. Violentemente controbattuto dall’artiglieria avversaria, fiero e tenace rispose col suo fuoco finché, perduti uno ad uno tutti i suoi pezzi, distrutti o seppelliti sotto le piazzuole franate, caduti morti o feriti quasi tutti i suoi ufficiali, in piedi tra i suoi cannoni smontati, chiamati a raccolta i pochi artiglieri superstiti, faceva loro innastare le baionette ed alla loro testa si slanciava contro le folte, incalzanti ondate nemiche, cadendo fulminato da mitragliatrici. Fulgidamente eroico nel suo sublime sacrificio. Monfenera, 18 novembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 198.