FABBRI Marino

MOVM CONCESSE PER FATTI D’ARME SVOLTISI POSTERIORMENTE AL 4 NOVEMBRE 1918 IN ALBANIA ED OLTREMARE

 

FABBRI MARINO108di Francesco e di Gemma Berogna, nacque ad Orbetello il 18 ottobre 1896 e morì in combattimento il 25 febbraio 1928.
Arruolatosi volontario nel giugno 1915 nell’87° reggimento fanteria partecipò alle operazioni di guerra nel settore del Sabotino col 128° reggimento fanteria Firenze. Nominato sottotenente di complemento di fanteria dal gennaio 1916 e tenente dall’ottobre 1916, combatté sul basso Isonzo e fu decorato di medaglia di bronzo al valore il 18 gennaio 1917 sul Faiti Kribach. Trasferito a domanda nei reparti d’assalto ed assegnato al XXIX reparto dal settembre 1917, al comando della seconda compagnia, fu decorato di una seconda medaglia di bronzo al valore a Val Bella il 28 gennaio 1918 e, durante la battaglia del Piave, a Zenson Fossalto, di medaglia d’argento, sul campo, per i combattimenti svoltisi dal 17 al 19 giugno 1918. Promosso capitano per merito di guerra dall’ottobre 1918, dopo aver partecipato alla battaglia di Vittorio Veneto, fu inviato in Libia con la 1^ divisione d’assalto, ottenendo due encomi solenni nel giugno e nell’ottobre 1919. Rimpatriato, venne congedato nel febbraio 1920. Richiamato a domanda in servizio e destinato alle truppe coloniali della Tripolitania nel febbraio 1924, fu assegnato al VI battaglione libico col quale partecipò alla rioccupazione dei territori tra Agedabia ed el Agheila. Nel combattimento di Bir Tagrift del 25 febbraio 1928, comandante di compagnia all’avanguardia della colonna Mezzetti avvertito che sue pattuglie avanzate si erano scontrate con numerosi armati ribelli allo sbocco del vallone, portò rapidamente in linea l’intera compagnia per respingere l’attacco avversario. Ma l’azione nemica si sviluppò violenta sul fronte e sul fianco della compagnia e sulle fiancheggianti pattuglie sahariane. Il Fabbri, conscio della necessità di impedire che la colonna in marcia fosse coinvolta anzitempo nel combattimento, si lanciò risolutamente avanti e ricacciò gli attaccanti, costringendoli a ritirarsi su una seconda linea di difesa. Mentre, dopo aver date le necessarie disposizioni, si accingeva ad attaccare il nemico sulle nuove posizioni, cadde colpito in fronte da pallottola di fucile. Ma la sua morte non arrestò lo slancio dei suoi uomini che mossero compatti all’assalto della posizione, l’occuparono e vi si affermarono saldamente. Alla memoria dell’eroico ufficiale fu concessa, con r. d. 26 settembre 1930, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Comandante la compagnia di avanguardia di una colonna indigeni, incontrato l’avversario e intuito il pericolo che correva la propria colonna dislocata nel fondo di un uadi, attaccava e respingeva risolutamente l’avversario assicurando, in tal modo, un ulteriore sviluppo favorevole del combattimento ed il conseguimento del successo. Tale scopo raggiungeva col cosciente olocausto della propria vita confermando così le preclari qualità di comandante e di eroico combattente sempre dimostrate in numerosi precedenti combattimenti. – Bir Tagrift (Tripolitania), 25 febbraio 1928.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 238.