FADINI Umberto
di Gerolamo e di Luigia Tensini, nacque a Crema il 19 novembre 1862 e morì in combattimento a Cavazuccherina l’8 luglio 1918.
Dal Collegio Militare di Milano passò all’Accademia Militare di Torino nel settembre 1879 e due anni dopo conseguì la nomina a sottotenente di artiglieria. Assegnato al 14° reggimento artiglieria da campagna, fu trasferito al 10° con la promozione a tenente nel 1884 e con la promozione a capitano, nel novembre 1890, al 13° da campagna. Col grado di maggiore, prima nel 20° e poi, dal maggio 1907, nel 19° reggimento da campagna, partecipò dal dicembre 1911 al febbraio 1912 alla campagna libica e promosso tenente colonnello fu chiamato al Ministero della Guerra. Con la promozione a colonnello dal giugno 1915, ebbe il comando del 19° reggimento da campagna in zona di operazioni, e, promosso maggior generale nel luglio 1917, l’anno dopo, dal 15 marzo 1918, assunse il comando dell’artiglieria del XXIII Corpo d’Armata, schierato sul Piave, all’estrema destra della 3^ Armata, verso il mare. Ufficiale intelligente, di rara competenza professionale, acquistò, con continue ricognizioni nello speciale settore del fronte, una perfetta conoscenza del complesso schieramento delle artiglierie e con sagge disposizioni si pose in grado di impiegarle nel modo più razionale, in previsione dell’offensiva austriaca. Per tali disposizioni, le batterie del XXIII C. d’A., prima ancora che venisse iniziato da parte nemica il tiro di preparazione, poterono, con il loro fuoco, scompaginare l’ organizzazione offensiva avversaria, contribuendo così al felice esito della lotta, durata oltre una settimana, sulle sponde del Piave. Obbligato il nemico a ripassare il fiume, il generale Fadini si dedicò allo studio della nuova azione per la riconquista di tratti del terreno fra Sile e Piave. Durante una delle ricognizioni in prima linea, in prossimità di Cavazuccherina, il 7 luglio, cadde investito in pieno dallo scoppio di una granata austriaca.
Alla memoria del valoroso generale fu concessa, con d. l. del 23 marzo 1919, la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:
Intelligente, ardito, abilissimo comandante di artiglieria di Corpo d’armata, per ventun giorni consecutivi di battaglia fu l’anima della poderosa azione sviluppata dalle sue batterie. Al congegno già mirabilmente preparato seppe dare con opportune, personali direttive sul terreno: – frutto di assiduo studio e di geniale intuizione – tutta la snellezza e varietà di giuoco che gli eventi di una fortunosa e movimentata lotta imponevano, e al buon esito della quale validamente cooperò anche con frequenti ricognizioni per zone battute da intenso fuoco avversario e con ascensioni in pallone pel controllo dei tiri più importanti. Quando già la vittoria aveva sorriso al suo Corpo d’armata dopo due battaglie, in un’ardita escursione sulle posizioni dai nostri raggiunte cadde colpito in pieno da un proiettile nemico, chiudendo con una gloriosa morte sul campo un’esistenza costantemente e risolutamente dedicata al dovere ed alla Patria. – Basso Piave, 15 giugno – 7 luglio 1918.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1918, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 134.