FERRARI  Elio

ELIO FERRARI061di Giovanni e di Rosa Visconti, nacque a Ciriè di Torino il 21 febbraio 1875 e morì il 1° settembre 1917 in seguito a ferite riportate in combattimento sul Carso.
Dal Collegio Militare di Milano passò alla Scuola Militare di Modena e nel gennaio 1896 conseguì la nomina a sottotenente nel 66° reggimento fanteria. Tenente nel settembre 1899, con la promozione a capitano, nel febbraio 1911, fu trasferito al 26° reggimento Bergamo. Partecipò alla campagna di Libia, dal novembre 1911 al luglio 1912 e a Derna nel fatto d’arme del 27 dicembre 1911 fu decorato di medaglia d’argento al valore. Rientrato in Italia, passò al 122° di nuova formazione col quale, dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, prese posizione sull’Isonzo nel settembre 1915 e per i combattimenti dell’ottobre successivo sulle pendici del San Michele fu decorato di medaglia di bronzo al valore. Promosso maggiore nel dicembre, assunse il comando del III battaglione del 67° reggimento col quale, nel marzo 1916, combatté valorosamente sulle colline di Santa Maria di Tolmino e fu decorato di. altra medaglia di bronzo. Il 23 e il 28 maggio 1917 per le operazioni su Monte Santo, fu decorato della seconda e della terza medaglia d’argento. Promosso tenente colonnello mentre si combatteva l’undicesima battaglia dell’Isonzo, la notte sul 29 agosto 1917, venne inviato col suo battaglione sul San Gabriele. Quindi il successivo giorno 30 partecipò all’attacco di quota 326 del Veliki Hrib. Nei combattimenti accaniti, durati due giorni, le posizioni furono prese, perdute e riprese più volte, e solo l’indomabile energia del valoroso comandante, sempre alla testa dei suoi fanti, poté assicurare la conquista del caposaldo. Nell’ultimo contrattacco nemico, nella notte sul 1° settembre, mentre imperterrito, dalla posizione raggiunta, dirigeva ancora la lotta, cadde colpito in pieno dallo scoppio di una bomba a mano. Alla sua memoria, con d. l. del 13 giugno 1918, venne concessa la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:

Accorso col suo battaglione in aiuto di altre truppe impegnate in aspra lotta per la conquista di una formidabile posizione, tenacemente contesa dall’avversario, col suo ascendente seppe trasfondere nel proprio reparto già duramente provato in lungo e gravoso servizio di trincea ed in una marcia sotto intenso bombardamento, tale vigore ed entusiasmo da riuscire, con uno slancio irresistibile per veemenza e compattezza, a conquistare il caposaldo della posizione stessa, che mantenne poi con indomito vigore, rendendo vani ben tredici furiosi contrattacchi sferrati dal nemico, sino al termine del giorno seguente. Nell’ultimo di questi contrattacchi, durante i quali, impavido, stava coi suoi, colpito al cuore cadde pronunciando parole che animarono il suo battaglione, il quale con una violenta reazione ne vendicò la gloriosa morte, respingendo con ingenti perdite l’assalitore. – Veliki Hrib, 29 – 31 agosto 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 138.