FIORE Mario

FIORE MARIO034di Vincenzo e di Carolina Petrucci, nacque a Napoli il 29 dicembre 1886 e morì in combattimento a S. Mauro del Montello il 17 giugno 1918.
Conseguita a Napoli la licenza liceale nel Liceo Vittorio Emanuele II, entrò all’Accademia di Artiglieria e Genio a Torino nel novembre 1905 e nell’agosto 1907 ottenne la nomina a sottotenente nell’Arma del Genio. Frequentata la Scuola di applicazione e promosso tenente, fu destinato, nel 1910, al 3° reggimento genio telegrafisti. L’anno successivo, in ottobre, partì per la Tripolitania con la 9^ compagnia telegrafisti e per oltre un anno partecipò alla campagna di Libia, meritando un encomio solenne pei fatti d’arme di Henni e di Ain Zara. Tornato in Italia nel febbraio 1913 e frequentato a Roma un corso per ufficiali telegrafisti, ritornò in Africa, nelle truppe dell’Eritrea, per impiantare all’Asmara una stazione radiotelegrafica. Promosso capitano nel dicembre 1914, rimpatriò due mesi dopo, nel febbraio 1915, per rientrare al 3° reggimento genio. Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, il 24 maggio, raggiunse il fronte al comando di una sezione radiotelegrafica autotrasportata, alle dipendenze della 3^ divisione di cavalleria. Ufficiale fra i più colti e valorosi dell’Arma, con la promozione a maggiore nel settembre 1917, per la perizia e l’ardimento dimostrati in ogni circostanza, fu chiamato ad assolvere altri importanti incarichi e nel gennaio 1918 assunse il comando del LXXIX battaglione zappatori del 2° reggimento genio, sul Piave, incaricato dei lavori di rafforzamento delle difese campali. Trasferito a Comalò, di riserva all’VIII C. d’A. all’inizio dell’offensiva austriaca, il 15 giugno, per far fronte all’attacco delle fanterie nemiche, ebbe l’ordine di guarnire il tratto della ferrovia Nervesa – Montebelluna, a S. Mauro del Montello. Nell’ora grave per i destini della Patria, il maggiore Fiore seppe trasformare in fanti i forti zappatori del genio e, con la ferma volontà di non cedere il passo agli austriaci, tenne col suo manipolo di eroi saldamente la posizione, coronando la vittoria col suo sacrificio. Alla memoria del prode maggiore fu conferita, con r. d. del 19 agosto 1921, la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:

Fulgida figura di soldato, ardente di patriottismo, fu costante esempio di abnegazione ai suoi dipendenti sui quali ebbe sempre sicuro ascendente. Comandante di un valoroso battaglione zappatori del genio, accorso in linea con le fanterie in momenti gravi della battaglia, fu durante tre giorni di accaniti combattimenti per serena calma e cosciente sprezzo del pericolo, esemplare, mantenendo salda ed invitta la resistenza del suo reparto. In un pericoloso infiltrarsi di mitragliatrici nemiche, trascinò a pronto ed impetuoso contrattacco quelli che lo circondavano, e cadde colpito al cuore. Ancora nell’ultimo gesto incitava i suoi a quella resistenza che fu dalla magnifica vittoria coronata. – San Mauro del Montello, 15 – 17 giugno1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 86.