FRANCHI MAGGI Giuseppe
di Emilio e di Bianca Casorati, nacque a Pavia il 15 settembre 1890 e morì in combattimento il 29 settembre 1918.
Laureato in ingegneria a 21 anni, nel 1913 prestò servizio militare col grado di sottotenente di complemento nell’Arma del Genio. Richiamato per mobilitazione nel maggio 1915 ed assegnato alla 16^ compagnia zappatori del 1° reggimento genio, partì per il fronte, nel Trentino, nel giugno successivo e prese parte a numerose ed ardite azioni per l’apertura di varchi nelle trincee nemiche con pinze tagliafili e tubi di gelatina. In una di queste azioni, il 25 agosto, a bosco Varagna, riportò una grave ferita al braccio sinistro con conseguente minorazione dell’arto e fu decorato di medaglia di bronzo al valore. Sebbene inabile al servizio di guerra, volle ritornare al fronte e promosso tenente nel maggio 1916, assunto il comando della 100^ compagnia del 1° reggimento genio, combatté in Carnia, poi sull’Isonzo, fino all’agosto 1917. Nell’aprile 1918 partì per la Francia col II Corpo d’Armata. Chiamato presso il comando dell’8^ divisione, si distinse durante l’offensiva tedesca del luglio successivo in una arditissima ricognizione per la quale gli venne conferita la croce di guerra dal Governo francese. Assegnato di collegamento col 20° reggimento fanteria, ebbe l’incarico di verificare se il nemico avesse abbandonato le posizioni sulla riva sinistra dell’ Aisne. All’alba del 29 settembre, il Franchi Maggi si portò in linea e alla testa di un nucleo di arditi della 3^ compagnia del I battaglione, mentre ritto sull’argine a est di Pont Arcy nella ricerca di un guado per attraversare il fiume dava esempio animatore ai suoi uomini, cadde colpito da raffica di mitragliatrice. Alla memoria dell’eroico ufficiale venne conferita, con r. d. 8 maggio 1920, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:
Già rimasto mutilato nel coraggioso tentativo di tagliare un reticolato nemico, tornò volontario alle prime linee, dove anche nelle più difficili situazioni fu costante esempio di patriottismo e di valore. In una particolare circostanza in cui, prima di lanciare all’inseguimento le truppe della divisione al cui comando egli era addetto, urgeva verificare se, come da voci corse, le fronteggiate posizioni erano state dalla difesa realmente abbandonate, con impareggiabile serenità si offrì per eseguire la pericolosa esplorazione attraverso una larga zona completamente scoperta ed esposta alle offese. Raggiunto, alla testa di pochi uomini e senza che il nemico desse segno di vita, l’argine di un canale che solo ormai lo separava dalla linea sospetta, ed accortosi che i suoi uomini, di fronte al sempre più incombente pericolo, esitavano ad avanzare, dopo aver rivolto ad essi parole incitatrici, con atto di fulgido eroismo si drizzò da solo sull’argine stesso per trascinarli innanzi con l’esempio. Investito immediatamente da una sola scarica di mitragliatrici postate a brevissima distanza, svelò col glorioso sacrificio della vita la presenza del nemico, scongiurando per le nostre truppe il rischio di cadere, nell’avanzata allo scoperto, sotto l’improvvisa azione avversaria. – Aisne (Francia), 29 settembre 1918.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1918, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 148.