GARDAN Carlo

GARDAN CARLO052di Giuseppe e di Placida Benfatto, nacque a S. Maria di Sala di Venezia il 21 aprile 1893 e morì in combattimento sul basso Piave il 25 giugno 1918.
Frequentata una scuola professionale a Venezia divenne un provetto capomastro muratore. Chiamato alle armi per il servizio di leva nel novembre 1913 nell’81° reggimento fanteria della brigata Torino, nel maggio 1914 ottenne i galloni di caporale zappatore e trattenuto alle armi, l’anno dopo, per la dichiarazione di guerra all’Austria, raggiunse col reggimento la zona di operazioni. Promosso sergente nel settembre 1915 e sergente maggiore nel luglio 1916, combatté valorosamente sul Col di Lana, sull’alto Isonzo e sul Carso. Nel settembre 1917 fu promosso aiutante di battaglia e nell’ottobre successivo, passato l’Isonzo al ponte di Peteano, raggiunse il basso Piave, schierandosi fra Maserada e Candelù. Dal 15 giugno 1918, inizio dell’offensiva austriaca, il Gardan, comandante di un plotone della 6^compagnia del II battaglione del reggimento, schierato in località Cà Bellesine, respinse con costante bravura i ripetuti attacchi lanciati dal nemico per dieci giorni consecutivi. Il 25 giugno, passato il Piave davanti alle Porte del Taglio, per rinforzare le altre compagnie del battaglione impegnate in combattimento contro forze superiori, diede nuove prove del suo valore lanciandosi arditamente sul nemico e cadde colpito da una fucilata sparatagli a bruciapelo, mentre ritto sulla trincea incitava i suoi uomini a combattere. Alla memoria dell’eroico sottufficiale venne concessa, con d. l. 23 marzo 1919, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Nei periodi di preparazione e nelle lunghe veglie di trincea seppe infondere i più nobili sentimenti di fede e di entusiasmo nei dipendenti. Sul campo dimostrò perizia ed ardimento ammirevoli. In uno dei primi giorni dell’ultima offensiva nemica accorse dalla linea per unirsi ad un gruppo di valorosi che attaccavano alla baionetta l’avversario penetrato in forze preponderanti nelle nostre trincee, e cooperò efficacemente a respingerlo ed a fare dei prigionieri. Due giorni dopo, uscì di sua iniziativa con tre compagni dai nostri reticolati e si impadronì di una mitragliatrice nemica, catturandone tre serventi e liberando un militare di un altro nostro corpo caduto in una precedente nostra azione in mano dell’avversario. Durante una rischiosa azione offensiva oltre il Vecchio Piave, vista un’ala della propria compagnia sul punto di essere soverchiata dal nemico avanzante in forze molto superiori, balzò sul ciglio della trincea, e, in piedi, gridò ai suoi uomini ed all’avversario già vicino: Qui si muore, ma non si cede!. Dopo aver inutilmente tentato di rovesciare un cavallo di frisia delle sconvolte difese nemiche per ostruire un camminamento dal quale erano per spuntare i primi nuclei del contrattacco avversario, fedele al suo grido di guerra, si tenne ritto sul punto più esposto. Aggredito, si difese valorosamente, incitando ancora i dipendenti con fulgido esempio di tenacia, finché cadde gloriosamente colpito a morte. Case Bellesine – Porte del Taglio, 16 – 25 giugno 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 122.