GARRONE Giuseppe

GIUSEPPE GARRONE113di Luigi e di Maria Ciaudano, nacque a Vercelli il 10 novembre 1886 e morì in combattimento su Col della Berretta (Monte Grappa) il 14 dicembre 1917.
Laureatosi giovanissimo in giurisprudenza nell’Ateneo torinese, entrò per concorso nella magistratura. Alla dichiarazione di guerra all’Austria, nel maggio 1915, giudice del Tribunale regionale di Tripoli, distaccato a Tarhuna, combatté valorosamente con la guarnigione contro gli arabi e, nel successivo tragico ripiegamento su Tripoli, fu due volte ferito. Rientrato in Patria, ottenne, in giugno, la nomina a sotto tenente della M. T. nel 1° reggimento alpini, e nel marzo 1916 partì per il fronte con un reparto sciatori del battaglione Saccarello, destinato in Carnia per l’organizzazione e difesa del Iof di Montasio. Promosso tenente in agosto e trasferito quale giudice in un tribunale di guerra, ottenne di rientrare al suo reparto. Nell’ottobre 1917, promosso capitano, assunse il comando della 69^ compagnia del battaglione Gemona dell’8° reggimento alpini e con essa, durante il ripiegamento verso il Piave, a Pierlungo, sulle Prealpi carniche, accerchiato dal nemico riuscì, il 6 novembre, con audacia e valore a respingerlo, infliggendogli gravi perdite. Pochi giorni dopo, raggiunto il massiccio del Grappa assunse il comando della 6^ compagnia del battaglione Tolmezzo, ove era stato anche assegnato il fratello Eugenio, col quale condivise, poi, la fine gloriosa. Il 14 dicembre, durante i combattimenti per la difesa delle posizioni immediatamente ad ovest di Col della Berretta, al comando della sua compagnia resisté con estremo vigore ai reiterati attacchi, nonché al tiro preciso delle artiglierie e delle armi automatiche dell’avversario. Dopo dura lotta gravemente ferito nell’ultimo assalto, durante il trasporto al posto di medicazione con altri feriti, travolto dallo scoppio di una granata, morì, assistito dal fratello Eugenio che, pur gravemente ferito in combattimento fin dal primo assalto, non volle abbandonarlo. Alla memoria del valoroso capitano venne conferita, con r. d. del 2 giugno 1921, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Dopo il valoroso contegno in Colonia, nonostante la grave ferita colà riportata, domandò ed ottenne un posto d’onore sul fronte d’Italia, dove combattendo con coraggio, riuscì di esempio col suo fascino ai dipendenti. Rifiutatosi di raggiungere il Tribunale di guerra, ove era stato destinato, per non abbandonare i suoi compagni di trincea, con questi, nel ripiegamento dell’Esercito facendo successive difese, si portò sul monte or sacro all’Italia vittoriosa e quivi, combattendo strenuamente, ferito grave, conduceva la compagnia a successivi contrattacchi trattenendo l’avversario, finché esausto e rifiutando ancora di allontanarsi, veniva catturato e poco dopo esalava la sua nobile anima invocando la Patria, il Re, la famiglia, come nelle sue numerose e commoventi lettere dal fronte ad amici e parenti.Carnia, 1916 – 1917; Col della Berretta, 14 dicembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 240.