GIANNETTINO Luigi

LUIGI GIANNETTINO117di Andrea e di Antonia Lo Monaco, nacque a Palermo il 16 aprile 1883 e morì sul campo a Valle Duga il 18 dicembre 1917.
Non prestò servizio militare con la sua classe di leva perché riformato. Ma dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, richiamato per mobilitazione nel luglio 1916 e fatto idoneo al servizio, fu destinato al deposito del 76° reggimento fanteria perché ammogliato e padre di due figli. Temperamento vivace ed impaziente di combattere, nel luglio 1917 ottenne di essere inviato al fronte e, assegnato alla 9^ compagnia del 5° reggimento fanteria della brigata Aosta in Valsugana, dimostrò di possedere ardimento, coraggio e sprezzo del pericolo nelle numerose azioni di pattugliamento compiute. Partecipò quindi al ripiegamento verso il Piave, dopo la rottura del fronte a Caporetto, e schierato sulla linea del Grappa combatté valorosamente a Col della Berretta nel novembre 1917, resistendo ai numerosi e formidabili attacchi del nemico, che tentò con ogni mezzo di conquistare quell’importante posizione. Circa un mese dopo, il 18 dicembre, si offrì con un manipolo di altri volontari della sua compagnia di portare soccorso ad altro reparto del reggimento che, sull’altura di Cà d’Anna, sul Monte Grappa, sottoposto a violento fuoco avversario aveva subito gravi perdite di uomini ed era minacciato di accerchiamento. Raggiunta la posizione sotto il grandinare dei proiettili, egli animò i compagni con le parole e con l’esempio ad una strenua resistenza. Attaccato, poi, dal nemico che tentò con forze maggiori di espugnare tutta la linea, fu tra i primi a lanciarsi avanti per respingerlo, ma, ferito da una granata, scoppiatagli vicino e che gli maciullò le gambe, con mirabile forza d’animo rifiutò ogni soccorso per non distogliere anche pochi uomini dal combattimento e rimase sul campo, immerso nel suo sangue, sopportando stoicamente le sofferenze delle gravi ferite, finché con la morte ebbe termine il suo martirio. E la sua anima volò verso i silenzi eterni, nell’azzurro infinito, fra il cielo e le stelle, dove riposano i soldati che caddero per la Patria.
Alla memoria dell’eroico fante fu conferita, con d. l. del 16 agosto 1918, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Sotto violento bombardamento nemico, ritto in piedi e completamente allo scoperto, incorò i compagni con elevate parole. All’irrompere di nuclei avversari attaccanti fu primo a spingersi al contrattacco. Rimasto quasi solo, per le gravi perdite subite dal reparto, sprezzante del pericolo, diede nuove prove di animo invitto. Avute fracassate le gambe dallo scoppio di una granata nemica, fulgido esempio di serena fermezza, rifiutò recisamente di farsi trasportare per non esporre i compagni e rimase imperterrito sul posto, sotto il persistente fuoco avversario. A sera, si spense senza un lamento, col sorriso dei prodi sulle labbra. – Valle Duga, 18 dicembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 248.