GIURIATI Mario

GIURIATI MARIO113di Renzo e di Giuseppina Moretti, nacque a Milano il 21 dicembre 1895 e morì in combattimento a Santa Caterina (Gorizia) l’11 agosto 1916.
Alto, di robusta costituzione fisica, sportivo, era apprezzato collaboratore di una ditta industriale milanese allorché venne chiamato alle armi per il servizio militare, il 31 dicembre 1914. Frequentato un corso allievi ufficiali presso il 68° reggimento fanteria e nominato sottotenente di complemento nel luglio 1915, fu destinato al 38° fanteria della brigata Ravenna che raggiunse, pochi giorni dopo, al fronte, sull’Isonzo, nella zona di Plava. Ferito gravemente a Zagora il 29 ottobre e ricoverato in ospedale, ritornò in linea sull’Altipiano di Asiago nel giugno 1916 per prendere parte alle nostre azioni controffensive nel Trentino. Passato al 144° reggimento fanteria della brigata Taranto di nuova formazione, fu inviato nuovamente sull’Isonzo. Il 2 agosto, alcuni giorni prima dell’inizio della nostra offensiva che portò alla conquista di Gorizia, durante un improvviso attacco del nemico contro la trincea occupata dalla 9^ compagnia sul Sabotino, riportò una seconda ferita al petto da scheggia di bomba a mano. Invitato a lasciare la linea e farsi ricoverare in ospedale cedette soltanto all’ordine del suo comandante di reggimento. Ma dopo pochi giorni di cure, intuita prossima l’azione, si fece dimettere e raggiunse il reparto impegnato in combattimento alle pendici del Sabotino. Il mattino dell’11 agosto, proseguendo l’azione, essendo stato ferito il capitano fin dall’inizio della battaglia, assunse il comando della 9^ compagnia e attaccò le trincee di Santa Caterina con magnifico slancio. Ferito egli stesso, continuò intrepido a combattere conducendo i suoi fanti alla conquista della forte linea austriaca e, giunto sul ciglio della posizione, cadde colpito a morte. Alla memoria del giovanissimo e prode ufficiale, trasferito in servizio effettivo, venne conferita la medaglia d’oro al v. m. con d. L 15 ottobre 1916. Dice la motivazione:

Ferito al petto in una trincea avanzata, rifiutava di farsi bendare per non lasciare la posizione. Ricoverato suo malgrado in un luogo di cura, avuto sentore di imminente azione offensiva, insisteva nel chiedere ed otteneva di esserne dimesso e con la ferita ancora a margini aperti riprendeva il comando del plotone, affermando, con nobile generosa menzogna, di essere perfettamente guarito. Essendo stato ferito il capitano, assumeva il comando della compagnia e con impeto travolgente e foga trascinante la conduceva al vittorioso assalto di munitissima posizione avversaria. Ferito, ricusò di farsi bendare per non desistere dalla pressione sul nemico, finché nuova gravissima ferita ne spezzava il fermo volere ed il generoso, cosciente ardimento. Alto Sabotino, Santa Caterina, 2 11 agosto 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 254.