GRIFEO Federico

FEDERICO GRIFEO023di Francesco e di Lucrezia Gatteschi, nacque a Firenze il 25 aprile 1894 e morì in combattimento a Jamiano sul Carso il 25 maggio 1917.
Di antica e nobile famiglia originaria della Sicilia, dotato di spiccate tendenze artistiche si dedicò allo studio della pittura. Fervente patriota ed interventista, nel maggio 1915, alla dichiarazione di guerra all’Austria, si arruolò volontario nel 3° reggimento bersaglieri, che raggiunse, nel luglio successivo, al Passo Valles, in Val Cordevole. Nominato aspirante ufficiale di complemento nel giugno 1916, fu trasferito al 7° reggimento bersaglieri, dislocato in un settore di seconda linea; ma, impaziente di combattere, chiese con una accorata lettera al padre, ufficiale superiore e combattente, di essere destinato a reparti operanti sul Carso. Fu, così, che il 12 dicembre 1916, venne assegnato all’11° reggimento bersaglieri, dislocato sull’altipiano Carsico ed al comando del reparto arditi di un battaglione diede ripetute prove di audacia e di sprezzo del pericolo. Il 20 aprile 1917, per un ardito colpo di mano contro un posto avanzato nemico, fu decorato di medaglia di bronzo al valore. Nel maggio successivo, durante l’offensiva sull’altipiano Carsico, sempre alla testa del suo reparto arditi, con audacia pari alla temerarietà, si lanciò nei camminamenti e nelle caverne nemiche snidandone e catturandone i difensori. Piombato, poi, con pochi uomini in una dolina ove una compagnia austriaca, annidata in caverna, opponeva la più ostinata resistenza, con lancio di bombe fumogene ed il tiro di una pistola mitragliatrice la obbligò alla resa. Il giorno 25, nell’attacco contro le munitissime trincee di Fiondar, lanciatosi per primo all’assalto con impareggiabile ardimento, cadde colpito in fronte da una pallottola di mitragliatrice. Chiuse così la sua giovane vita come aveva preconizzato nel suo testamento spirituale. Il Duca d’Aosta, Comandante della 3^ Armata, così scrisse alla famiglia per ricordarne il generoso sacrificio: Io sento per questo loro figliuolo che leoninamente si è battuto, quel vivo senso di ammirazione e di orgoglio che produce la perdita di questi eroi adolescenti che alla Patria hanno fatto completa ed assoluta dedizione della loro vita. Egli è caduto come leggendario guerriero della nostra. migliore epopea. Alla sua memoria fu conferita la medaglia d’oro al v. m. con d. l. del 5 maggio 1918. Dice la motivazione:

Comandante di un reparto di arditi, in tre giorni di aspra offensiva, fu costante esempio di ardimento e sprezzo del pericolo. Primo sempre ai cimenti, con innumerevoli lotte corpo a corpo, ripulì dai nemici i camminamenti e le doline conquistate, costringendo inoltre alla resa un’intera compagnia avversaria, che, appostata in caverna coi propri ufficiali, opponeva la più ostinata resistenza. Primo all’assalto contro una munitissima trincea, incontrava morte gloriosa, fulgido esempio ai dipendenti, dei quali era stato sempre l’animatore e l’incitatore ad ogni più cosciente audacia. – Jamiano, 23 – 25 maggio 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 62.