LAIOLO Ettore

ETTORE LAIOLO081di Giov. Battista e di Carolina Monti, nacque a Vinchio d’Asti il 20 settembre 1889 e morì il 30 ottobre 1917 in seguito a ferite riportate nel combattimento di Pozzuolo del Friuli.
Dal padre, ufficiale superiore degli alpini, fu avviato con severa disciplina agli studi ed alle attività sportive, fra cui l’equitazione. Ultimati gli studi secondari a Torino e frequentato il primo corso nell’Istituto Superiore di Commercio a Roma entrò, nel 1909, alla Scuola Militare di Modena, uscendone, nel novembre 1911, sottotenente di cavalleria, assegnato al reggimento Cavalleggeri di Monferrato (13°). Promosso tenente nel novembre 1914 fu inviato, a domanda, nel dicembre successivo, in Cirenaica, assumendo il comando del 4° squadrone indigeni libici. Due anni dopo la dichiarazione di guerra, nel giugno 1917, con la promozione a capitano, ottenne, col rimpatrio, di essere assegnato al reggimento Genova Cavalleria  ( 4°) ed assunse il comando del 4° squadrone, quello stesso nel quale il fratello Oreste, tenente, era caduto, combattendo sul Carso, nel settembre 1916. Il 29 ottobre 1917, fu inviato con lo squadrone a difendere l’importante nodo stradale di Pozzuolo del Friuli dall’avanzata nemica. Il mattino dopo, attaccato da reparti della 117^ divisione germanica, resisté per oltre otto ore, sia svolgendo rapide incursioni a cavallo, sia difendendosi col fuoco delle mitragliatrici. Sull’imbrunire, ricevuto l’ordine di ripiegare quando le sorti del combattimento si volgevano già in favore del nemico, caricando a cavallo gli avversari riuscì a rompere l’accerchiamento che l’avvolgeva e ad uscire da Pozzuolo. Accortosi, poi, che il nemico vittorioso, irrompendo nel paese avrebbe compromesso il ripiegamento dello squadrone mitraglieri, ancora sul posto, con generoso impulso e superbo ardimento, si lanciò, seguito dai suoi dragoni, sul nemico caricandolo disperatamente. Colpito più volte, cadde eroicamente. La medaglia d’oro al v. m., conferitagli alla memoria con r. d. 31 maggio 1923, così dice nella motivazione:

Preposto col suo squadrone alla difesa di due sbarramenti, contro i quali il nemico esercitava il maggiore sforzo, vi resisteva tenacemente, dando mirabile prova di fermezza e di coraggio. Ricevuto l’ordine di ripiegare, faceva rimontare a cavallo i superstiti dello squadrone e sebbene a malincuore dava inizio al ripiegamento, ma, percorso breve tratto di strada ed accortosi che l’avversario, liberato dalla resistenza, avanzava baldanzoso, senza esitare un istante, pur sapendo di andare incontro a morte sicura, rivolgeva il suo cavallo verso il nemico e con splendido entusiasmo gridava ai suoi soldati: Giovanotti, parla Genova; il 4° squadrone non scappa, ma si calca l’elmetto e galoppa! ed in ciò dire si slanciava alla carica, seguito dallintero reparto. Crivellato di ferite, cadeva esanime fra i nemici rivivendo però nella storia del suo glorioso reggimento fra le figure più fulgide dei numerosi suoi eroi. Pozzuolo del Friuli, 30 ottobre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 176.